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giovedì 4 agosto 2011

Hold on

Anarene se ne va in vacanza per un po' di giorni. Gli sarebbe piaciuto andare al Festival di Locarno attualmente in corso, ma forze di causa maggiore l'hanno trattenuto da altre parti. Per chi volesse, si torna a metà agosto e poco dopo si va alla Mostra di Venezia. Nel frattempo, per farci venire un po' di invidia per i fortunati che c'erano o che anche solo vivono a Brooklyn, consiglio la galleria fotografica dei due concerti che Sufjan Stevens ha tenuto martedì e ieri sera al Prospect Park, in chiusura della tournée di The Age of Adz. La si trova qui e poi sulla pagina Facebook di Pitchfork. Hold on, Suf (and boys).

sabato 19 marzo 2011

Smoke Ring for My Halo

Per Pitchfork è l'album migliore del periodo, quello che meglio rappresenta l'unione tra la vena intimista dell'indie con l'anima più urlata del rock classico. "Ascoltare Kurt Vile è come sentirlo conversare con se stesso", sta scritto nella recensione di Smoke Ring for My Halo. Lui per l'appunto si chiama Kurt Vile, viene da Philadelphia ed è un chitarrista e cantante d'altri tempi, con la chioma lunga da Led Zeppelin, una foto in copertina che sembra scattata al Chelsea Hotel, naturalmente in bianco e nero, ed altre come quella qui a fianco in cui il ragazzetto se la tira non poco. Gioca con il passato, con la leggenda e il ricordo, ma quando lo ascolti ti dimentichi volentieri del groove un po' vintage e pensi solo a quanto sia intensa e dolcemente sofferta la sua voce. Dal sito ufficiale si può sentire e scaricare il singolo Jesus Fever, che è bello ma non la cosa migliore dell'album. Io mi sono fidato di Pitchfork e se qualcuno vuole si può fidare di questo blog. Buon ascolto, se vi va, come tutte le altre volte.

mercoledì 12 gennaio 2011

Le peggiori recensioni e le peggiori copertine

Siccome ieri ho letto la recensione di La versione di Barney scritta da Francesco Merlo su Repubblica e mi sono come al solito depresso per il solipsismo autoriale dei giornalisti incaricati di occuparsi di cinema per quel quotidiano (giornalisti del tutto privi di conoscenza cinematografiche, ma proprio per questo, penseranno in redazione, in grado di rendere interessante una materia evidentemente noiosa e nemmeno avvicinabile per nobiltà alla letteratura), siccome ieri, dicevo, ero un po' depresso, mi sono tirato su guardando la classifica delle peggiori copertine musicali dell'anno stilata da Pitchfork. L'altro giorno ho linkato quella stilata da Mubi sulle migliori locandine cinematografiche del 2010, ma questa qui, che pesca nella produzione indie ed elettropop americana, è decisamente migliore, perché non si tiene niente in bocca e scrive commenti a volte geniali. Quello dedicato alla copertina di An Introduction to... Elliot Smit (di cui avevo parlato qui), ad esempio, è geniale: "A collection that documents a brilliant artist's lifetime of creativity gets an album cover that was conceived and executed in less time it takes to listen to Amity". E in effetti a guardare la foto del povero Smith con il gomito tagliato, su sfondo bianco e scritta in Garamond fatta nemmeno a Photoshop, viene proprio da ridere. Ce ne sono anche di più divertenti, comunque: si trovano tutte qui.

giovedì 21 ottobre 2010

Ossessioni più o meno vergognose

In attesa della versione deluxe di High Violet, ieri i National hanno pubblicato il secondo video tratto dall'album. Il primo era quello di Bloodbuz Ohio, un'autopresa per il culo del cantate Matt Berninger che scherzava sul ruolo di sex symbol affibbiatogli dalla stampa e da gran parte del pubblico femminile; ora arriva invece Terrible Love (in versione alternativa), che si apre ancora con Berninger che fa il coglione e poi fa vedere i dietro le quinte del tour estivo. Sempre a proposito dei musicisti che imperversano su questo blog, l'altra settimana a Moby Dick, bel programma musicale di Radio2 in onda dal lunedì al venerdì alle 21, è passata una lunga intervista a Sufjan Stevens, mentre sabato, incredibile a dirsi, c'era un box di The Age of Adz su Repubblica: lo scenario sta cambiando per il genio della musica contemporanea e se qualcuno non lo conoscesse o fosse interessato a sapere cosa ha da dire, oltre ad ascoltare l'album, potrebbe scaricarsi il podcast. Infine, segnalo con un po' di vergogna questo video pubblicato in maniera indecente da Pitchfork, in cui si vede Zooey Deschanel cantare God Bless America nell'intervallo di una partita dei playoff di baseball: è evidente che l'interesse sta unicamente nel fatto che lei è una di bellezza incredibile, dal momento che non trovo altre ragioni per cui uno dovrebbe sprecare 1 minuto e 45 secondi del suo tempo per ascoltare sta roba indigesta.

martedì 28 settembre 2010

The National, You Were a Kindness

Sempre a proposito di cose musicali che si trovano in rete, da qualche giorno è possibile ascoltare una nuova canzone dei NationalYou Were a Kindness, eseguita dal vivo durante uno show radiofonico e parte dei pezzi scartati dalla lista definitiva di High Violet: è molto nel loro mood, ma anche in questo caso si conferma la sensazione che se un pezzo viene scartato un motivo c'è. Sempre Pitchfork, poi, ha oggi annunciato che a novembre uscirà una versione delux dell'album, con una serie di B-side, pezzi live o una versione alternativa di Terrible Love. Niente di speciale, immagino, come già l'EP post-Boxer, The Virginia EP, ma pur sempre qualcosa che viene da loro. Per cui si ascolta con piacere.