Visualizzazione post con etichetta Mubi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Mubi. Mostra tutti i post
mercoledì 8 giugno 2011
Il futuro è già qui?
Non so se qui sopra ho già parlato di Mubi, credo di sì, non ricordo. In ogni caso, si tratta di un sito che mette a disposizione diversi film d'autore in streaming, sia gratis sia a pagamento. Durante l'ultimo Festival di Cannes Mubi ha avviato un rapporto con La Semaine de la critique e ora ha messo a disposizione sulla sue pagine diversi film che hanno fatto la storia della sezione. Si possono vedere andando qui, e la maggior parte sono gratuiti: basta iscriversi e creando un account personale si vedono un sacco di cose notevoli. Una è ad esempio il bellissimo film di David Robert Mitchell The Myth of the American Sleepover, un racconto di formazione profondo e cinefilo che è tra le cose migliori prodotte negli ultimi anni dal cinema indie americano. Al momento non esiste nemmeno in dvd, per cui è un'occasione da non perdere per vederlo. Ed è pure un modo per dare senso a operazioni come quella di Mubi. Per molti è questo il futuro e tra poco tempo affiancherà i festival nella promozione del cinema d'autore; per alcuni professionisti del settore, grazie a siti come Festival Scope, è già una realtà. Se per caso qualcuno volesse saperne di più, qui, su Filmidee, si può leggere un lunga e bella intervista di Alessandro Stellino al fondatore di Mubi, Efe Cakarel: pare che tutto sia nato dall'impossibilità di vedere In the Mood for Love in streaming...
mercoledì 12 gennaio 2011
Le peggiori recensioni e le peggiori copertine
Siccome ieri ho letto la recensione di La versione di Barney scritta da Francesco Merlo su Repubblica e mi sono come al solito depresso per il solipsismo autoriale dei giornalisti incaricati di occuparsi di cinema per quel quotidiano (giornalisti del tutto privi di conoscenza cinematografiche, ma proprio per questo, penseranno in redazione, in grado di rendere interessante una materia evidentemente noiosa e nemmeno avvicinabile per nobiltà alla letteratura), siccome ieri, dicevo, ero un po' depresso, mi sono tirato su guardando la classifica delle peggiori copertine musicali dell'anno stilata da Pitchfork. L'altro giorno ho linkato quella stilata da Mubi sulle migliori locandine cinematografiche del 2010, ma questa qui, che pesca nella produzione indie ed elettropop americana, è decisamente migliore, perché non si tiene niente in bocca e scrive commenti a volte geniali. Quello dedicato alla copertina di An Introduction to... Elliot Smit (di cui avevo parlato qui), ad esempio, è geniale: "A collection that documents a brilliant artist's lifetime of creativity gets an album cover that was conceived and executed in less time it takes to listen to Amity". E in effetti a guardare la foto del povero Smith con il gomito tagliato, su sfondo bianco e scritta in Garamond fatta nemmeno a Photoshop, viene proprio da ridere. Ce ne sono anche di più divertenti, comunque: si trovano tutte qui.
sabato 8 gennaio 2011
Cose d'inizio anno
Sono tornato (se per caso qualcuno si era accorto che ero via) e nei giorni in cui sono stato via alcune cose carine sono comparse nei solito siti che guardo per tenermi aggiornato. Per esempio, su NPR gli Iron & Wine di Sam Bean hanno eseguito dal vivo il loro album di prossima uscita, Kiss Each Other Clean: il concerto è ancora on line ed è visibile qui. Un'altra cosa carina, poi, è la classifica delle migliori locandine dell'anno stilata da Mubi, il sito di streaming di film d'autore che sta guadagnano sempre più consensi (l'ultimo adepto è Scorsese, che ha venduto ai proprietari i film della sua fondazione): a scorrerla tutta insieme sembra di essere tornati ai colori pop degli anni '60, solo che al posto della psichedelia o delle visioni da dottor Moreau c'è la linearità elegante del design contemporaneo. In ogni caso, il primo posto è stato dato a Io sono l'amore di Luca Guadagnino. Infine, vagando sul solito Post ho trovato una bella e rispettosa pagina di necrologi dell'anno, in cui viene fatto l'elenco delle personalità scomparse nel 2010. E' un muro di foto, ciascuna con il proprio nome e il proprio link. Ha il sapore della nostalgia, rende internet qualcosa di umano.
Iscriviti a:
Post (Atom)