Qui sotto, comunque, metto il mio pezzo, che potete trovara anche qui.
Le badlands americane sono piatte e sconfinate, non nascondono nulla, non lasciano via di scampo. Per il cinema sono un luogo iconico in cui dare vita a un fantasma che non si ciba del buio, della sorpresa, dello spavento, ma del loro contrario: la luce, l’attesa, l’ansia che si insinua lentamente. Pensate a Intrigo internazionale, all’aereo dall’alto, a Cary Grant che vede tutto e non sa dove fuggire o nascondersi: ovunque si muova è a tiro, ovunque si giri è solo terra piatta, nessun riparo o quasi. La paura lo circonda, lo soffoca. Sopravvive, certo, ma il ribaltamento di prospettive, il troppo spazio dove fuggire e dunque l’impossibilità di fuggire, generano un trauma soprattutto per lo spettatore.