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mercoledì 4 luglio 2012

Take Shelter (e in più c'è Jessica)

Oggi è apparso sul solito Doppiozero un mio pezzo su Take Shelter, il film di Jeff Nichols di cui lo scorso anno si è molto parlato, soprattutto per segnalare il suo regista come l'astro nascente del cinema americano un po' indie e un po' hollywoodiano, e che venerdì scorso, sull'onda della partecipazione in concorso a Cannes dell'ultimo film di Nichols, Mud (che purtroppo non ho visto), è uscito nelle sale italiane, ovviamente distribuito da una casa che forse nemmeno esiste e in un periodo in cui nessuno se ne potrà accorgere. In ogni caso, in attesa che anche i giornalisti dei quotidiani e soprattutto il pubblico si accorga che Nichols, con tutta la sua giovinezza e la sua inevitabile inesperienza, è uno veramente bravo, Take Shelter resta un film da vedere e rivedere, una specie di teorema su come il cinema classico possa ancora raccontare il nostro tempo. E poi c'è Jessica, ragazzi, c'è Jessica. Chevvelodicoaffare...
Qui sotto, comunque, metto il mio pezzo, che potete trovara anche qui.
Le badlands americane sono piatte e sconfinate, non nascondono nulla, non lasciano via di scampo. Per il cinema sono un luogo iconico in cui dare vita a un fantasma che non si ciba del buio, della sorpresa, dello spavento, ma del loro contrario: la luce, l’attesa, l’ansia che si insinua lentamente. Pensate a Intrigo internazionale, all’aereo dall’alto, a Cary Grant che vede tutto e non sa dove fuggire o nascondersi: ovunque si muova è a tiro, ovunque si giri è solo terra piatta, nessun riparo o quasi. La paura lo circonda, lo soffoca. Sopravvive, certo, ma il ribaltamento di prospettive, il troppo spazio dove fuggire e dunque l’impossibilità di fuggire, generano un trauma soprattutto per lo spettatore.

giovedì 3 novembre 2011

Shirley MacLaine

In queste settimana RaiMovie ha fatto una cosa che pensavo sparita da tempo e che invece per fortuna è tornata: un omaggio a un regista, ogni mercoledì sera, con un film a settimana. Un piccola retrospettiva a Billy Wilder che se pure ha riproposto i suoi film più noti (A qualcuno piace caldo, L'appartamento, Baciami stupido, Non per soldi ma per denaro, Irma la dolce), pazienza, l'importante è che per una volta si potesse ritrovare un senso di sicurezza e calore nel pensare alla tv, nel sapere che sarebbe arrivato il mercoledì e se non si avesse avuto di meglio da fare ci sarebbe stato comunque un film bello e divertente da guardare. E poi il piccolo omaggio mi ha ricordato di quanto abbia amato, e naturalmente ami ancora, Shirley MacLaine e il suo musetto irresistibile, quei capelli corti che nella scena finale dell'Appartamento svolazzano per quel poco che possono mentre lei corre verso il signor Baxter, quei fiocchi verdi di Irma, che, vabbe', resta una passeggiatrice spaventosamente sexy... Pure Hitchcock, lui che era noto per trattare gli attori come materia prima, ma non per disprezzarli, ammirava Shirley MacLaine (lo dice a Truffaut quando parlano della Congiura degli innocenti)...  Insomma, non c'entra niente con il blog questo spaccato privato di passione cinefila, ma siccome ieri ho rivisto Irma la dolce, dove è protagonista Shirley MacLaine, se per caso non l'ho ancora detto, oggi non riesco proprio a togliermela dalla testa, Shirley MacLaine. Proprio no. Shirley MacLaine. Shirley. MacLaine. Shir-ley. Mac-Lai-ne.