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martedì 7 dicembre 2010
Il discount delle liste
Ci siamo: è iniziato dicembre e con esso le classifiche delle cose più belle e significative dell'anno. I dischi, i film, le canzoni, gli eventi, gli sportivi, i personaggi, le fighe, i fighi... Arriveranno, arrivano, sono già arrivate. Se si va su Pitchfork, ad esempio, ci si può iscrivere al The 2010 Pitchfork Readers Poll e lì votare per i cinque migliori album, le cinque migliori canzoni, i cinque migliori live e così via. Alla fine si può anche vincere un hard disk esterno da una tonnellata di tera, ma bisogna vivere negli Usa per farselo spedire, e allora tanti saluti. Se invece si va qui, sul New York Times, si può trovare il meglio della cultura dell'anno (per loro, naturalmente, e quindi quasi tutto è anglosassone, salvo qualche eccezione), con i dieci film (c'è pure Vincere, che per l'appunto in America è uscito nel 2010, e il primo è Winter's Bone, fresco vincitore del TFF: troppa grazia), i dieci album (il primo è Contra dei Vampire Weekend: troppa grazia, parte II) e i dieci romanzi (naturalmente Franzen, visto che a loro piace tanto, e poco dopo pure The Pregnant Widow di Amis, che se dio vuole in Italia arriva a febbraio). Insomma, c'è già abbastanza roba per cominciare a farsi venire a noia le classifiche e per indignarsi delle scelte o delle assenze altrui. Per il momento stiamo a guardare, prima di cominciare a stilare liste pure noi.
lunedì 23 agosto 2010
Pile di libri
Negli Stati Uniti è uscito Freedom, l'ultimo romanzo di Jonathan Frenzen. Come per Sufjan Stevens, anche questo è un nuovo lavoro dopo anni di silenzio artistico. Che poi silenzio non è proprio la parola giusta, visto che Frenzen probabilmente detiene il record mondiale di frasi promozionali sulle copertine dei romanzi degli altri: un lavoro che, stando a quanto scrive Ellis in Lunar Park, viene strapagato. Solo negli ultimi mesi l'ho trovato sui libri di Haslett, Munro e Johnson: peccato per lui che non ami Roth, altrimenti avrebbe almeno una copertina all'anno. In ogni caso, i quotidiani americani ne hanno scritto benissimo (qui Il post fa un sunto dell'entusiasmo critico), facendo dire a tutti che l'autore di Le correzioni è tornato dopo il suo capolavoro del 2001 (che poi capolavoro non è proprio la parola giusta...). Il libro comunque esce a gennaio da Einaudi e lo traduce Silvia Pareschi.
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