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venerdì 22 ottobre 2010

Il ritorno di Wall Street e le panoramiche a manetta

Oggi escono due film che meritano di essere visti. Il primo è Uomini di dio, di cui ho scritto tre giorni fa, e il secondo è Wall Street - Il denaro non dorme mai di Oliver Stone, che sarebbe il seguito del primo Wall Street e che per il fatto di non avere il numero 2 nel titolo, ma di presentarsi con la stessa formula del prototipo, dimostra che il film di allora è diventato un'icona e quindi è riproducibile all'infinito senza bisogno di specificazioni. Sulla dimensione mitologica del primo episodio ho già scritto da Cannes, come del resto pure della bruttezza del secondo, che a distanza di mesi emerge ancora come esempio di cinema vecchio e purtroppo inerme, dove è evidente lo sforzo degli autori per tirar su qualcosa di decente da un'idea cristallizzata e perciò morta. Certo, ci sono alcune battute azzeccate, ci sono i rimandi ironici al tempo che fu, ma soprattutto ci sono infinite panoramiche aeree su Manhattan spalmate su tutto il film, con la musica a palla e i voli tra i palazzi che dovrebbero farci palpitare il cuore di mitologia urbana, manco fossimo ancora ai tempi delle mille luci di New York o di Una donna in carriera.