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mercoledì 15 dicembre 2010

Tracklist 2010 - Parte III

Ultime canzoni tra le migliori dell'anno, qualcuna in più rispetto all'altro giorno. Se volete, qui, sul solito Pitchfork, si possono scorrere e in certi casi ascoltare quelle che per il sito musicale più famoso del mondo sono le migliori cento del 2010. In certi casi c'è proprio da indignarsi, in altri hanno ragione. Soprattutto, non capisco come si possa ritenere questa la canzone più bella dell'anno. Bah! Domani e venerdì escono i 50 migliori album e staremo a vedere.


Yann Tiersen, Fuck Me
Non voglio che Clara, Gli amori di gioventù
Baustelle, Le rane
The National, Bloddbuzz Ohio
Jonsi, Boy Lilikoi
Four Tet, Sing
Dirtmusic, Collisions
Girls Thee, Oh So Protective One
Anais Mitchell, Wedding Song
The New Pornographers, Valkyrie In The Roller Disco
Dark Dark Dark, Bright Bright Bright

Canzone a parte, per la follia e il coraggio e il cazzeggio e l'autobiografismo spudorato e l'inventiva e l'incontenibilità e tutto e il contrario di tutto:
Sufjan Stevens, Impossible Soul.

giovedì 25 novembre 2010

Il sussidiario dieci anni dopo

In questi giorni i Baustelle hanno rieditato a dieci anni di distanza il loro primo album, Sussidiario illustrato della giovinezza, che negli ultimi tempi era reperibile solo su ebay e a prezzi assurdi intorno ai 200 euro. Ora che si può trovare a prezzi minori, per quanto a volte altrettanto assurdi, finalmente l'album potrà arrivare ai fan che il gruppo ha faticosamente acquisito con il tempo, a partire da La malavita e soprattutto dopo Amen e I mistici dell'occidente. In fondo è il destino di chi ce la fa, quello di essere recuperato e rivalutato. Ma con il Sussidiario dei Baustelle, nonostante loro per primi ci tengano a dire che è un lavoro ingenuo, non c'è molto da rivalutare, perché era e resta un album bellissimo, acerbo e inventivo come il lavoro di una band può essere quando non c'è una major a produrre, quando la rabbia adolescenziale e il coraggio di scelte che vanno dal melodramma spinto alla melodia più bieca sono discusse solo tra i musicisti e non con gli esperti di music business. Se qualcosa i Baustelle l'hanno persa, oltre al contributo fondamentale del tastierista Fabrizio Massara, che fino a La malavita è stato con Bianconi il leader e il responsabile delle scelte musicali, è proprio la capacità di spaziare tra stili e influenze, senza troppa consapevolezza e con parecchio istinto in più. Non hanno smarrito il loto talento, quando sono arrivati sugli scaffali in vista del Fnac, ma un po' della loro sacra innocenza forse sì.

lunedì 12 aprile 2010

Pietre preziose

I mistici dell'occidente non è un grande album. Non aggiunge nulla alla carriera dei Baustelle e magari le toglie pure qualcosa. Ma come tutti i loro lavori precedenti, alla fine di ogni ascolto qualcosa resta: una melodia, certo, ché è la cosa più ovvia, ma soprattutto frasi, parole, passaggi d'emozione o stupore. Bianconi in fondo è uno scrittore vero, pesa e gestisce la parole come pietre e sceglie poi se lanciarle o tenerle per sé, preziose come ricordi.