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venerdì 29 ottobre 2010

Corpo di stato

Oggi esce Post mortem, il film cileno di Pablo Larraín che è tra le cose più belle viste un mese fa a Venezia. Arriva in sala molto presto rispetto alla presentazione festivaliera (una bella notizia, quindi), ma in un periodo in cui, con la Festa di Roma di mezzo, pochi ne parleranno. Nel piccolo di questo spazio, invece, invito caldamente ad andare a vedere un film straordinario per intensità e potenza: cinema politico, ma non ideologico, che lascia interdetti e scioccati. Chi conosce Tony Manero, il precedente film di Larraín, si accorgerà che Post mortem è il secondo tassello di un unico lavoro di riflessione sul golpe cileno del 1973 e di conseguenza sul trauma collettivo e privato della violenza di Stato. E' un'opera piuttosto definitiva, almeno per chi scrive, sulla politica come presenza costante e inconsapevole della vita quotidiana, su una sorta di antropologia negativa che da naturale si è fatta storica, che ha colpe ben precise ma negate, e che trova nella violenza l'unica risposta al cambiamento, al fallimento, all'incomprensione.