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martedì 10 gennaio 2012

Ancora sulle (inutili) classifiche

Le classifiche delle cose migliori dell'anno andrebbero fatte ad anno finito. Chissenefotte, direte voi. Ma se quella delle migliori canzoni l'avessi fatta l'altro giorno, e non tre settimana fa, sicuramente mi sarei goduto di più questo magnifico pezzo: Circuital dei My Morning Jacket, tratta dall'album omonimo (che giusto per rimanere in tema, ha una delle peggiorni copertine dell'anno - quella qui di fianco). Un pezzo inventivo e potente, tra il rock classico e l'indie, con buona pace di Castaldo, non diverso per ambizione da Art for Almost dei Wilco, di cui avevo parlato qui con toni entusiastici, salvo poi dimenticarmente al momento di stilare la classifica. Sono entrambi gran pezzi e siccome oggi non so bene cosa scrivere, mi limito a invitare all'ascolto di entrambi.

Sempre a proposito di classifiche, ieri mi è arrivata la lista dei quindici film dell'anno di Massimo Causo, che uno dei migliori critici in circolazione. Anche se il tempo è scaduto, la pubblico lo stesso: non per farvi sapere quali sono i suoi film preferiti, ma per segnalare alcuni titoli che non sono usciti nelle sale, che non sempre sono facile da scovare (ma con un po' di impegno...) e che soprattutto spero possano destare l'attenzione di qualche lettore. Eccola qui sotto, la classifica di Causo:

lunedì 26 settembre 2011

Da urlo

Oggi è uscito il nuovo album dei Wilco, il gruppo di Jeff Tweedy che qualche anno fa era la stella fulgente dell''indie americano, mentre ora sembra un po' messa in disparte. Personalmente, a parte questo abum, che contiene questa canzone meravigliosa e che con la sua travagliata vicenda produttiva ha dato un contributo fondamentale all'affermazione dell'indie, non mi hanno mai esaltato. Ma questo nuovo The Whole Love ha un attacco davvero da urlo, la canzone di sette minuti e passa Art of Almost, che inizia sincopata e schizoide come un pezzo dei Radiohead, poi prosegue verso un crescendo potentissimo e infine scivola in una deriva progressive e hard rock, mentre la voce di Tweedy e una schitarrata tirata magnificamente per le lunghe mantengono ben saldo quello stesso rock scarno che in altre situazioni di questo e altri album sembra tendere all'opposto all'impoverimento. Qui però siamo su vette massimaliste sempre più rare, dunque preziose. E come a volte un film vale per una sola scena, un album può valere per una sola, magnifica canzone.