Avevo detto che mi sarei aspettato di tutto. E ora che so cosa ci aspetterà, posso dirlo: grandioso. The Age of Adz di Sufjen Stevens (in streaming qui), il suo nuovo album vero e proprio a cinque anni da Illinoise, che viene subito dopo quel capolavoro inspiegabilmente definito un EP di All Delighted People, è un lavoro grandioso. Come sempre, fare considerazioni a caldo è impossibile, per cui mi limito a usare l'aggettivo più immediato per un lavoro che sembra tanto ambizioso quanto, paradossalmente, sobrio, o meglio indipendente, solo lungo una strada sconosciuta e non ancora del tutto definita. A un primo ascolto direi che non sembra emozionante come altre volte, che in certi pezzi cazzeggia fin troppo e in altri è acerbo: ma questo è un lavoro nuovo che magari si definirà tra due o tre album (sempre che nel frattempo non cambi di nuovo). Di certo, Sufjan ha messo da parte banjo e chitarre soavi per concentrarsi su elettronica e orchestrazioni maestose: in tutto questo, però (e davvero non so come ci riesca, è l'unico al mondo), non perde nulla delle radici folk e dylaniane che da sempre lo contraddistinguono.
Sufjan è incredibile, è la risposta a tutti i possibili dubbi sulla riproducibilità dell'indie rock: un mese fa era un connubio illogico tra minalismo e massimalismo, ora (ma l'album va ascoltato e assimilato) sembra gli Animal Collective con in più quel substrato malinconico e spudoratamente lirico che, ora lo sappiamo, non perderà mai.
L'album, che uscirà ufficialmente il 12 ottobre, lo si può ascoltare in streaming qui, dove se ne può leggere anche una recensione piuttosto favorevole. Molti fan hanno già storto il naso, gridato al reato di lesa maestà (dunque un suicidio) o dichiarato che Sufjan si fa di acidi: ma davvero abbiamo voglia di ascoltare sempre le stesse cose, anche da chi non ci stancherebbe mai? Che piaccia o no in generale, che soddisfi o no la sua svolta elettronica (come per Gabriel quella orchestrale), uno come Sufjan Stevens non è attaccabile da nessuna parte: è un fottuto genio che ogni volta rilancia. Punto.
Grazie, anche questa volta.
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lunedì 27 settembre 2010
domenica 22 agosto 2010
Elogio doveroso
Giovedì scorso, sul sito della sua casa discografica, la Ashmatic Kitty Records, Sufjan Stevens se ne era uscito con le date del nuovo tour americano e con un servizio fotografico da prima comunione (qui a fianco). Il giorno dopo è arrivato All Delighted People, che non so perché non venga definito un album, ma un EP, visto che dura un'ora. In ogni caso, si può veramente dire che, dopo anni di disquisizioni sul prossimo Stato del progetto sull'America (naufragato, a quanto pare), di domande fondamentali (è gay o no? interessantissime...), dopo trascurabili progetti minori, cover insolite, crisi creative, coretti e doppie voci in canzoni di altri, si può dire, dicevo, che uno degli artisti più colti, sperimentali, geniali, creativi della rock contemporaneo è tornato. E pure alla grande, visto che questo EP è tutto tranne che un lavoro facile o scontato.
venerdì 20 agosto 2010
NUOVO EP DI SUFJAN STEVEEEEEEEEENS!!!!!!!!!!!!!
E' successo pochi minuti fa, e la cosa ha colto quasi tutti di sorpresa. Sufjan Stevens ha finalmente pubblicato un nuovo album, a quattro anni di distanza dal capolavoro dei capolavori: Come On Feel the Illinoise. L'album, che in realtà è un EP di otto tracce, si chiama All Delighted People EP e lo si può ascoltare qui, dove si può anche scaricarlo al modico prezzo di 5 dollari. Tutti i giornali di musica on line (ad esempio Pitchfork) sono impazziti ed è veramente figo che un grande artista riesca ancora a sorprendere tutti senza anticipare canzoni del nuovo lavoro sul web. Non resta che ascoltarlo e poi parlarne ancora. Gran giornata, amici miei.
PS: grazie a Giacomo che me l'ha segnalato.
PS: grazie a Giacomo che me l'ha segnalato.
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