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venerdì 9 marzo 2012

#140cine: uscite del 9 marzo

Come ogni venerdì è uscita su Doppiozero la mia rubrica #140cine, che trovate anche sulle pagine Facebook e Twitter della rivista on line e sul mio Facebook (qui a fianco). Questa settimana, contando anche quelli già arrivati mercoledì (John Carter) e ieri (A Simple Life), escono dieci film, molti dei quali italiani di genere -  per cui già sapete cosa fare: restare a casa, ad esempio - e due commedie d'autore con donne per protagoniste (c'entra naturalmente l'8 marzo): Yound Adult di Jason Reitman, con la Theron classica adulta incapace di crescere sempre lì ad ascoltare compilation anni '90, e La sorgente dell'amore di Radu Mihaileanu, che non ho visto e nemmeno mi scomoderò per vedere. Con tutti i film inediti da Cannes 2011, proprio sta roba doveva uscire? Poi magari nei prossimi giorni parlo del film di Reitman. Buona lettura.

giovedì 8 marzo 2012

A Simple Life

Oggi che è la festa delle donne esce eccezionalmente di giovedì un film dedicato a una donna eccezionale: Ah Tao, l'anziana e dolcissima governante protagonista di uno dei film più belli dell'anno, il piccolo grande capolavoro A Simple Life. Ne ho già scritto tempo fa da Venezia, dove probabilmente avrebbe vinto il Leone d'oro se non fosse stato per il Faust di Sokurov, e il fatto che nel frattempo abbia trovato la via della sala (grazie alla Tucker Film) è davvero una bella notizia. Sarebbe altrettanto bello poter scrivere "andate a vederlo", ma siccome esce in un numero esiguo di copie sarà difficile scovarlo al di fuori delle grandi città. In ogni caso, cercate di recuperarlo e se vi va leggete qui sotto il pezzo da Venezia con un po' di ritocchi.

A Simple Life di Ann Hui racconta la storia vera del rapporto d'affetto tra un produttore cinematografico e la domestica settantenne al servizio della sua famiglia. Un lavoro minimale nello stile ma non nell'ispirazione, scandito dagli incontri tra un uomo in carriera e di buon cuore e una donna nata per accudire persone più ricche e ambiziose. Il film non ha scossoni, ha una fotografia limpida al servizio del digitale, non ha progressione narrativa se non lo scorrere del tempo e il degenerare fisico della donna e declina dolcemente verso la fine di una vita degna di essere vissuta. La semplicità dell'operazione è in realtà il segno della sua forza, poiché il rapporto umano che racconta non ha nulla di gratuito (non ci si dimentica mai, infatti, della differenza sociale tra i due protagonisti) ma al contrario, grazie a una onestà di fondo mai in discussione, costruisce passo dopo passo un elogio della volontà e della gentilezza d'animo. A Simple Life parla della responsabilità dei sentimenti, dell'amore come obbligo prima di tutto verso gli altri: e lo fa con una voce così umana, così vera e spontanea da sfiorare l'astrazione pura. Chapeau, signora Ann Hui.

martedì 6 settembre 2011

Un film semplice

Un piccolo, grande film è stato presentato ieri in concorso alla Mostra. Tao jie (A Simple Life) di Ann Hui, la storia vera del rapporto d'affetto e d'amore (sì, amore: amore non carnale, ma spirituale e universale) tra un produttore cinematografico e la domestica settantenne al servizio della sua famiglia per cinque generazioni. Un lavoro minimale nello stile ma non nell'ispirazione, scandito dagli incontri tra un uomo in carriera e di buon cuore e una donna nata per servire, ma soprattutto per proteggere, accudire, salvare. Il film non ha scossoni, ha una fotografia limpida al servizio del digitale leggero, non ha progressione narrativa se non lo scorrere del tempo e, purtroppo, la degenerazione fisica della donna. La semplicità dell'operazione è in realtà il segnodella sua verità, ripiegata teneramente su un rapporto che non ha nulla di gratuito - nessuno dimentica che i due protagonista sono uno il padrone e l'altro la serva - e proprio per questo è un elogio commovente della volontà. .Tao jie è un racconto puro e onesto sulla responsabilità dei sentimenti: un argomento esattamente speculare - e dunque limpido laddove il cinema è spesso disperato - a quello di altri film visti qui a Venezia, primo fra tutti il discusso Alpis di Yorgos Lanthimos, che è una parabola lucida e un po' superficiale sulla società nell'era della riproducibilità tecnica dell'amore. I due film sono i due versanti della stessa medaglia, e rendono questa Mostra, nei suoi aspetti migliori, un appuntamento importante da vedere e decifrare.