C'è dunque bisogno di asimmetria, come in fondo esprime a ogni passaggio la scrittura di De Lillo, che differisce sempre dall'argomento principale, che parla d'altro e riflette sul senso inatteso della realtà, e proprio per questo finisce per centrare in pieno l'afasia dell'uomo contemporaneo e il respiro mortifero della tecnologia che condiziona non solo la carne ma il pensiero stesso. Con la sua messinscena fredda e lucida, a volte catatonica, Cronenberg cerca la stesso immanente pessimismo, arrivando a una fusione totale, per questo fin troppo teorica e logorroica, tra immagine e parola. Il suo Cosmopolis, che ha l'aggressiva, magnetica astrazione della scrittura di De Lillo, è un'opera testamento, la prova che la macchina non è più un oggetto in cui mutarsi, ma un mostro che ci ha avvolti ed è arrivato a ragionare, vedere, vivere per noi.
sabato 26 maggio 2012
Realtà asimmetrica
C'è dunque bisogno di asimmetria, come in fondo esprime a ogni passaggio la scrittura di De Lillo, che differisce sempre dall'argomento principale, che parla d'altro e riflette sul senso inatteso della realtà, e proprio per questo finisce per centrare in pieno l'afasia dell'uomo contemporaneo e il respiro mortifero della tecnologia che condiziona non solo la carne ma il pensiero stesso. Con la sua messinscena fredda e lucida, a volte catatonica, Cronenberg cerca la stesso immanente pessimismo, arrivando a una fusione totale, per questo fin troppo teorica e logorroica, tra immagine e parola. Il suo Cosmopolis, che ha l'aggressiva, magnetica astrazione della scrittura di De Lillo, è un'opera testamento, la prova che la macchina non è più un oggetto in cui mutarsi, ma un mostro che ci ha avvolti ed è arrivato a ragionare, vedere, vivere per noi.
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Andrò a vederlo domani. Devo dire che un po' mi emoziona, l'idea di sentir pronunciare al cinema le parole di DeLillo nella mia versione italiana. E che parole, poi!
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