domenica 17 luglio 2011

Hugo

A conferma che Scorsese si è forse bevuto il cervello, oppure ha deciso di affidare al documentario la sua passione per il cinema d'assalto (vedi ad esempio Public Speaking, ritratto di Fran Leibowitz prodotto dalla HBO), lasciando alla finzione il desiderio di godersi una vecchiaia d'oro, il trailer del suo nuovo film in 3D Hugo, tratto dal romanzo per bambini The Invention of Hugo Cabret di Brian Selznick (Scorsese che gira un film in 3D per bambini? Ma dai...), non fa esattamente sperare in un'opera degna del suo passato di grande sperimentatore del racconto hollywoodiano e della sua continua ridefinizione attraverso il cinema della modernità. La cosa che colpisce è che sembra a un robetta alla Spielberg (Scorsese che gira un film come Spielberg? Ma dai...), o peggio ancora a un qualsiasi blockbuster infantile, tutto blu digitale e oscurità pixelate. Ché se poi certe cose le fa Zemeckis, al massimo c'è chi si esalta e c'è chi dice che palle Zemeckis: ma se le fa Scorsese sono solo mazzate. Poi magari mi sbaglio e il film sarà bellissimo (e allora sarò felice di pentirmi di quello che scrivo). Poi magari il trailer è spielberghiano e tutto il resto visto nel suo insieme no. Poi magari dal prossimo lavoro Martin ritorna quello di una volta. Poi magari capiremo che questo lavorare sulle forme del (non)racconto contemporaneo significa proprio adattare il cinema classico alla modernità. Poi magari sia Hugo che War Horse, il nuovo Spielberg in arrivo anch'esso a fine anno e pure lui in odore di puttanata, saranno bellissimi. Poi magari tutto torna come un tempo. Ma a occhio direi che è un po' difficile.

3 commenti:

  1. ecco, prendere spielberg come esempio cinematografico puramente negativo mi sembra un po' forte, ecco...

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  2. Be' sì, insomma, è vero, ma sai che generalizzare è divertente...

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  3. non so, paragonato al trailer di super 8, che non è spielberg ma gli deve molto, mi colpisce il suo essere noioso, fondamentalmente poco accattivante. Non so se ha davvaero le carte in regola per essere nemmeno un blockbuster infantile. Comunque, io continuo a chiedermi perché nella maggior parte dei siti italiani la storia è collocata negli anni 30. C'è Melies, che è morto alla fine degli anni '30, ma che già in quel periodo aveva cessato la sua attività, credo anche quella teatrale. Forse il fatto che sia questo a colpirmi è già di per se preoccupante, se non per Scorsese per me sicuramente...

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