giovedì 11 novembre 2010

Ancora su Noi credevamo

Domani arriva nelle sale anche Noi credevamo, il fluviale film di treoreenonsoquantiminuti che Mario Martone ha dedicato al Risorgimento italiano, dai moti carbonari degli anni '20 del XIX secolo fino al periodo successivo l'unità d'Italia. Arriva per celebrare i 150 anni, certo, ma anche, come ha scritto Alessandro Leogrande su Minima et moralia, il blog culturale di Minimum Fax, per presentare "la miglior risposta da dare a chi oggi intende riscrivere il nostro Ottocento". Perché racconta di alcuni patrioti e democratici meridionali "stritolati da una Storia travagliata", perché celebra quella gente, il loro idealismo e la loro integrità. Del film, del tradimento alla base della storia italiana, dell'inadeguatezza endemica della sinistra italiana ("noi credevamo... scusate se credevamo...") avevo già scritto qui, quando il film fu presentato a Venezia: siccome ripetere non serve mai a troppo e oggi non ho molto tempo, rimando a quel pezzo e soprattutto a quello di Leogrande. Naturalmente, poi, consiglio di andare a vedere il film, di fare pipì prima di entrare e di portare il thermos del caffè e un paio di biscotti.

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