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martedì 12 giugno 2012

The Idler Wheel... in streaming

Non sono un grande conoscitore di Fiona Apple. La ammiro, perché ha una voce intensa ed è molto bella, ma non la conosco. Ricordo che anni fa mi innamorai della sua versione di Across the Universe che accompagnava i titoli di coda di Pleasantville, ma così è troppo facile. Diciamo quindi che non attendevo con eccessiva ansia il suo ritorno con l'album The Idler Wheel..., che uscirà martedì dopo un sacco di anni di silenzio, ma al tempo stesso ero curioso di ascoltare e conoscere, ché non si sa mai che poi mi piace un sacco e finisco per innamorarmi di tutto, non solo di una cover. Quindi oggi ho ascoltato (male e velocemente) l'anteprima in streaming dell'album e l'impressione iniziale è buona, l'album è potente e per nulla banale, più incisivo di altre voci femminili eteree, sognanti e indie (che ne so, ad esempio Joanna Newsom, Marissa Nadler o Agnes Obel) che alla lunga finiscono per dissolversi e dare solamente l'idea di un morbida malinconia. In Fiona Apple c'è qualcosa in più, una tensione inespressa e da sfogare, una creatività energica e rabbiosa, per quanto a volte fin troppo rivolta al jazz. In ogni caso riascolterò. Qui, per inciso.

sabato 16 luglio 2011

Voci femminili

Nei giorni di fragile calma innaturale, di inutile ma rassicurante silenzio eccessivo, la voce femminile mi sembra l'unica in grado di accompagnare le ore e chi le vive in modo così incerto. Per cui, quando ascolto musica, mi viene da cliccare sull'album di una ragazza danese che fino a poco fa non conoscevo, che quando ho ascoltato la prima volta nemmeno mi piaceva, e che invece ora mi sembra soave al momento giusto, per quanto simile a seimila altre voci femminili senza volto e stessa leggerezza, stessa fragilità bionda da film di Bergman e stesso, mi immagino, panorama marino alle spalle, col vento tra i capelli, lo sguardo fuori campo e il bavero rialzato del cappotto sciancrato. Si chiama Agnes Obel, pare che in patria abbia superato ogni record per un'artista folk e qualche giorno fa era pure in Italia. Lei la ascolto volentieri, soprattutto per questa canzone, tratta dall'album Philarmonics. L'altra che metto su sovente - e che si avvicina di più a ciò che ascolto di solito - è Shara Worden, più nota con il nome di My Brightest Diamond, in particolare per una canzone, questa, che farà parte del suo prossimo album, All Things Will Unwind, atteso per metà ottobre. Lei ha cantato per Sufjan Stevens, in questa canzone pazzesca, ha una voce da cantante lirica (cosa che credo sia stata per un po') e passo dopo passo sta trovando la sua strada, tra lirismo e acidità, vocalismo da cazzeggio ma pure da buco nel lettore.