Oggi ho visto Contagious di Soderbergh, Poulet aux prunes della Satrapi e Cut di Amir Naderi. Non ho molto tempo per scrivere, per cui ne scriverò poco. Quel tanto per dire che il film di Soderbergh è una piccola cazzata, se non fosse la sua storia di un contagio globale da 26 milioni di morti va alla continua ricerca del paziente numero zero, dell'inizio dell'epidemia, facendo a suo modo - narrativo e poco ispirato . quello che fa il grandissimo Cronenbergh di A Dangerous Method: risalire alla natura del male, fermarlo con le parole e con le immagini. Cut di Naderi, invece, è un film-manifesto da pura guerriglia cinefila. Come film di Naderi è perfetto, ossessivo e ripetitivo fino all'autodistruzione. Come manifesto un po' meno, perché la cinefilia di cui si fa promotore, per quanto provocatoria (a un certo punto parte una lista dei 100 migliori film della storia, uno per ogni pugno a pagamento che il protagonista si fa tirare), sa un po' di cameretta, di studentello alla prima lezione universitaria. Va bene che la passione non muore mai e che il cinema si fa col cuore, ma è molto meglio l'ossessione dell'amore, se l'amore è questa cosa sempliciotta. Della Satrapi non ho davvero tempo di parlare, ma sarebbero comunque parole sprecate per un filmetto.
Nel frattempo andate su Filmidee per un bel speciale sulla mostra. Il pezzo su Cronenberg l'ho scritto io.
Nessun commento:
Posta un commento