Oggi ho letto un po' di cose sulla questione degli ascolti radiofonici e sulla difficoltà di rilevare dati precisi. A quanto pare è un gran casino, più di quanto non lo sia in tv, dove da anni si discute sull'attendibilità dell'auditel. Se qualcuno vuole saperne di più può farsene un'idea qui. Quello che a me interessa è rendermi conto di quanto dunque sono arbitrarie le decisioni fondamentali che riguardano le nostre emittenti pubbliche, il magnifico nulla che, ora lo sappiamo ancora meglio, pervade la vendita di spazi pubblicitari durante i programmi televisivi e radiofonici della Rai. Tutto è aleatorio, inconsistente, ma ormai lo sanno anche i cani che la tv (e la radio) si fanno con le inserzioni pubblicitarie e che l'importanza di un programma o di un presentatore dipende da quante di queste inserzioni riesce a raccogliere nelle ore in cui va in onda. L'auditel (e l'audiradio) esistono per questo: per capire quali e quante sono le fasce orarie decisive e quali pubblicità inserire come accompagnamento (o contenuto) di un programma.
Ma se questi dati sono parziali, o sbagliati, o non indicativi della vera utenza di una rete, perché troppo difficile è campionare gli ascoltatori, quello che ne consegue è che le scelte di una direzione, le decisioni di puntare su un presentatore o su un format, sono arbitrarie, o peggio personali e politiche. Per questo - uno ci arriva prima al nocciole delle cose - la tv e la radio continuano a essere occupate dai politici o da quelli che piacciono ai politici, mentre i dati d'ascolto sono solamente cifre e mai (veramente) indicatori di gradimento. Perché sono esercizi di potere, non tanto, o non solo, occasioni di propaganda e promozione.
Se così fosse, se gli ascolti o il gradimento fossero l'unica regola, Fazio non starebbe a Raitre, Condor esisterebbe ancora e il solito programma di Raidue militarizzato dalla Lega (adesso si chiama L'ultima parola), dopo la ridicola esistenza di Malpensa, Italia, non andrebbe in onda nemmeno nel circuito chiuso che vogliono installare nei garage di casa mia. E qui non siamo nemmeno così lontani da Malpensa.
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