Nel maggio scorso, quando Film socialisme venne presentato a Cannes, Godard rilasciò un'intervista a Les Inrockuptibles in cui fece una delle sue solite dichiarazioni stupefacenti, di quelle che nei suoi film bui come la notte (la notte della nostra ragione, intendo, che fatica a seguire il tracciato dei suoi pensieri) illuminano a giorno, riportano il discorso all'intuizione pura, magari non alla logica, ma di sicuro al sentiero che guida verso comprensione del cinema, della società, del mondo in cui viviamo e operiamo. Godard ha detto, traduco: "A dire il vero il diritto d'autore non è possibile. Un autore non ha alcun diritto. Io non ho alcun diritto. Io non ho altro che doveri". Un gioco di parole, niente di più, ma con uno spostamento di senso che svela una verità sotto gli occhi di tutti e mai notata da nessuno. E magari mai messa in pratica, visto che è di qualche giorno fa la notizia che lo stesso Godard ha donato 1000 euro a un tale, James Climent, per aiutarlo a pagare una multa di 20.000 euro per aver scaricato 14.000 canzoni coperte da copyright. Poi magari è stronzo come si dice, poi magari uno dice che con tutti i soldi che ha poteva pagarla tutta lui, la multa, poi magari uno dice quello che c'è da dire quando si tratta di personaggi famosi, ma queste sono cose che contano, che rendono un autore coerente e rigoroso. E non è poco.
commovente.
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