mercoledì 9 giugno 2010

Il ritmo delle mode

La triste notizia della morte di Peter Orlovsky, avvenuta la scorsa settimana, ha riportato in auge una di quelle promesse che si sentono da tempo e che, trattandosi di Hollywood, suonano un po' come una minaccia: l'idea di un film da Sulla strada di Kerouac (perché in fondo è ancora viva la noia per quello tratto da Chiedi alla polvere di John Fante). Pare infatti che Coppola, che ha comprato i diritti del romanzo anni fa, abbia dato una stretta alla pre-produzione e iniziato le riprese. Il regista sarà Walter Salles e tra gli attori ci sarà Kirsten Dunst. Dettagli, almeno per ora. Quello che mi colpisce è, come al solito, il ritmo mai casuale delle mode.
Come nel 2006, quando uscirono due film praticamente uguali su A sangue freddo di Truman Capote (Truman Capote - A sangue freddo e Infamous - Una pessima reputazione), come se all'improvviso nessuno potesse fare a meno di sapere com'era nato uno dei più grandi romanzi della letteratura americana del '900, o quando The Illusionist arrivò subito dopo The Prestige, di cui era una squallida copia, e così finì nel dimenticatoio.

Lo stesso succede quest'anno con la beat generation, dopo che a Berlino hanno presentato Howl, ispirato a L'urlo di Ginsberg, un filmetto tanto onesto quanto banale, e ora Coppola torna alla carica con il suo Kerouac. Certe cose, è vero, non passano mai di moda, e in un modo o nell'altro saremo sempre figli dei beat e della loro ribellione (per quanto ormai ampiamente digerita), ma non riuscirò mai a capire da cosa nasce l'improvviso interesse dell'industria dello spettacolo per certi temi o certi periodi storici.

Se qualcuno ha altri esempi da portare, si faccia avanti. E magari potremmo anche immaginare futuri sviluppi: a quando, per esempio, due film gemelli su quella volta in cui Gerald Ford cadde dalla scale dell'aereo o sul fratello scemo di Jimmy Carter?

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