venerdì 23 aprile 2010

Veduta sulle rovine

Un amico del cui sapere cinematografico mi fido ciecamente oggi si è posto questioni che hanno a che fare con ciò di cui si è discusso qui.

"Sto (ri)guardando i film di un regista classico", scrive. "Bellissimi, veloci, vitali e tuttavia così finti. Forse il cinema finisce davvero negi anni '60. Poi è iniziato qualcos'altro, lo si è continuato a chiamare cinema, ma è qualcos'altro. E oggi? Anche nei film più potenti si respira un senso di desolazione (veduta sulle rovine...). O allora ci sono film che attaccano il reale, lo costringono in un corpo a corpo assiduo - da cui spesso escono perdenti".

Credo di essere d'accordo con il mio amico, anche se spesso mi faccio prendere dall'entusiasmo e allora penso che qualcosa il cinema da dire ancora ce l'abbia. Solo non credo che saprà dirlo con i mezzi che ha usato fino a oggi. E mi chiedo fino a quando continuerà a farlo.

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