Poche parole per Outrage di Kitano. Kitano ha smesso da almeno quattro film di credere in quello che fa. Solo non si capisce perché continui a farlo. Questa volta ritorna a parlare di yakuza: all'inizio prende per il culo il genere, poi si fa serio, ma prima della fine torna a prendere in giro lo stile di Johnnie To o John Woo (che sono registi finiti ormai da tempo) e poi si arrende, sia nella storia come personaggio, sia nella realtà come regista che non ha più niente da dire. Il problema è che si era già arreso anni fa, ai tempi di Takeshi's. Questo si chiama perseverare.
Non vedo un film di Kitano dai tempi di Zatoichi. All'epoca mi piaceva molto il suo cinema e non so bene che in cosa credesse, ma rimango dell'idea che sia stato uno degli autori più interessanti degli anni Novanta nonché autore di opere grandissime per rigore formale e desiderio di espandere e innovare il linguaggio cinematografico. So che si è un po' perso e, come immaginavo, anche questa volta delude: peccato... g
RispondiEliminaperò lui sostiene che l'accoglienza sia stata positiva... confermi?
RispondiEliminaA qualcuno il film e' piaciuto, ma alla prima proiezione stampa l'accoglienza e' stata freddina. In generale ti direi che c'e' molta indulgenza nei suoi confronti ma che ormai tutto lo danno per "morto".
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