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venerdì 10 febbraio 2012
Film che dialogano con la vita
Prima di partire per Berlino ho scritto un lungo pezzo per Doppiozero su Hugo Cabret: in parte riprende quello che avevo gia' scritto qui e qui, in parte aggiunge cose nuove. Se vi va di leggerlo, lo trovate qui. Nel frattempo qui a Berlino ieri sera e' passato al Forum La demora, nuovo film di Rodrigo Plá, regista uruguayano che qualche anno fa si fece notare con La zona. Il film parla di una donna che abbandona il padre anziano perche' non puo' occuparsi di lui e della lunga attesa di quest'uomo nel gelo dell'inverno sudamericano, solo, ammalato e convinto che prima o poi la figlia venga a recuperarlo. Una film onesto ma irrisolto, che nelle scelte amorali dei personaggi ricorda il Loach di qualche anno fa: sono uscito un po' annoiato e un po' indifferente. Poi sono andato a casa e li' ho scoperto che per errore non avevo le chiavi di casa. E nel gelo della sera berlinese, solo e pure io un po' ammalato, ho atteso che qualcuno arrivasse... Fanculo i film che dialogano con la vita: se almeno La demora fosse stato bello...
giovedì 17 febbraio 2011
Pausa sigaretta
Parlando di registi noti per essere delle gran rotture di palle, ammesso che proprio in questo sta anche la grandezza di Bela Tarr, l'americano James Benning ha pochi rivali. Ed e' pure lui un grande autore del cinema sperimentale contemporaneo, un ricercatore del tempo, piu' che dello spazio. Con il suo ultimo film Twenty Cigarettes, che era al Forum della Berlinale, fa esattamente quel che dice nel titolo: filma venti persone in primo piano mentre fumano altrettante sigarette. Per un'ora e mezza, un volto dopo l'altro. Se non si sa cosa si va a vedere la reazione puo' essere drastica. Se lo si sa - e uno che sta qui dovrebbe saperlo - si pazienta e si sta a guardare. Il lavoro e' elementare, l'idea facile e scontata, ma l'esecuzione lascia lo spazio alla sorpresa: alla noia della persona ripresa e alle espressioni del suo volto, che possono essere guidate dal fatto che i protagonisti sanno di essere ripresi, ma anche dalla liberta' o, meglio ancora dall'istinto di svincolarsi dall'oppressione dell'obiettivo. Benning lavora sulla sospensione del tempo messa in atto da ogni pausa sigaretta , scomette sul paesaggio di ogni volto e alla lunga vince, non sorprende ma vince. E il suo lavoro, che e' un unico grande affresco paesaggistico del mondo, ora si e' arricchito dei venti volti che ha filmato con il suo solito stile: immobile e dilatato, con il sonoro a creare quel movimento che la macchina da presa ostinatamente si vieta.
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