Ieri per tutto il giorno il blog non ha funzionato e per molte ore non si potevano vedere i due post scritti da Cannes tra mercoledì e giovedì. Ora è tornato tutto a posto (e io, come milioni di altri utenti di Blogspot, non so cosa sia successo), per cui riprendo a scrivere. Mi scuso solo con Chiara che aveva postato un commento al post sul film di Woody Allen, ora sparito senza ragione.
Comunque, riprendendo il filo... Per ora non è un brutto festival. E rispetto all'anno passato ha una qualità media (andando a naso) decisamente più alta. E se ad esempio non sono all'altezza del concorso il francese Polisse, una copia malandata di Legge 627 di Tavernier, con al massimo qualche bella scena da commedia acida, e l'autraliano Sleeping Beauty, incomprensibile saggio sulla banalità della bellezza tra Kubrick e Lynch, lo è a tutti gli effetti (e complimenti chi ha avuto il coraggio di mettercelo) un film sorprendente come Footnote di Joseph Cedar, storia dell’invidia e dello scontro tra un padre e un figlio entrambi filologi del Talmud, divisi dal successo del più giovane e dal risentimento del più vecchio. Con molti punti di contatto con Habemus Papam (che contribuisce ad alzare il livello della competizione), il film è una riflessione in pura comicità ebraica - cioè feroce, suicida e vagamente sinistra - sul potere e sul successo, sul talento e la rivalsa tra vecchi e giovani.