venerdì 6 gennaio 2012

Rivelazione

Ieri ho scritto di J. Edgar e di quello che a mio parere è l'aspetto più interessante del film: la riflessione sul rapporto in democrazia tra dimensione pubblica e sfera privata. Sempre ieri sera, poi, ho visto alcuni episodi di Boss, serie tv sugli intrighi e sulle manovre politiche del potentissimo sindaco di Chicago Tom Kane. A un certo punto ho avuto una rivelazione, una scena di pochi minuti che conferma quanto ogni prodotto culturale non arrivi mai solo sulla scena, quanto sia figlio del proprio tempo e sappia dialogare in modo anche inconsapevole con opere coeve. Succede quando Kane e la moglie, una bellissima e perfida signora d'alta corte, discutono della figlia Emma, un'ex tossica diventata ministro protestante con la quale entrambi hanno chiuso i rapporti. Ecco cosa dice la donna al marito che vorrebbe tornare sui propri passi:
Credo che per conservare quello che abbiamo, abbiamo fatto una scelta. Una scelta che non ha niente a che vedere con queste sciocchezze sulle situazioni che cambiano. Abbiamo scelto di essere forti contro tutti gli istinti naturali e di allontanarci da nostra figlia. Mi ricordo che fosti molto chiaro con me sul perché tutto questo fosse necessario. Quindi non startene lì seduto a rimuginare su chissà quali pensieri. Abbiamo fatto una scelta. Ci siamo impegnati. Emma è un punto debole. Lo era prima e lo è adesso. Per la vita che abbiamo. Il suo comportamento era intollerabile. Andava eliminata. Questo non cambia. Non posso accettare questo cambiamento.
Boss, insomma, la consiglio vivamente, soprattutto per capire meglio il film di Eastwood. E da strenuo difensore del cinema e timido appassionato di serie tv, per accorgersi di quanto ormai le seconde godano di una compressione narrativa e una profondità immediata, senza simbolismi ma semplici rapporti umani, che il primo si sogna.

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