lunedì 24 ottobre 2011

Uccidere o salvare

Oggi Bad as Me esce ufficialmente nei negozi veri e online di tutto il mondo e io, dopo diversi ascolti in streaming sul sito di Tom Waits, posso dire che come album mi piace un sacco. Non che avessi bisogno di conferme da uno dei più grandi in assoluto, ma in un periodo in cui è sempre più chiaro che i grandi della mia generazione, quelli con cui sono cresciuto, sono ormai a secco di idee e ispirazione (ma non di attenzione della stampa ufficiale, divisa tra stelle del pop ed esaltazione acritica delle cariatidi), ascoltare un album come questo, rapido e felice, tra il cazzeggio e il passo sicuro, fa davvero piacere. Bad as Me ha canzoni precise e secche, parecchi latrati e clap clap, bang bang e argh argh, alcuni momenti di pura, straziante malinconia waitsiana (la chiusura New Year's Eve e prima ancora Last Leaf), un po' di quei pezzi gracchianti e urlati che chiunque riconoscerebbe e in generale un'aria di libertà creativa che solo chi non ha più nulla da dimostrare può permettersi di sfoggiare. C'è chi, arrivato dove è arrivato Tom Waits, quell'aria se l'assume come un vanto, come una pigrizia dorata, mentre qui c'è tanto piacere per cantare e scrivere, tirare la voce e i tromboni per strappare ancora una volta il cuore o gettarlo per terra, ché tanto è sempre stato così, la musica un po' uccide e un po' resuscita, e Tom Waits uccide o salva come pochi altri.

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