Ieri ho visto Fright Night, che prima della Mostra di Venezia non impegna troppo, rifà fedelmente un film degli anni '80, tanto per non disperdere la moda dei vampiri, e si inserisce pure lui nel solco della produzione nostalgica hollywoodiana, che ormai è diventata un sottogenere, o meglio una traccia che attraversa soprattutto la commedia, l'horror e la fantascienza. Il film è una baracconata, ma lo dirige un regista bravo, lo stesso che ha diretto il meraviglioso Lars e una ragazza tutta sua, e forse per questo ha alcune idee molto buone (prima di sbroccare, chiaro): tipo la location in un zona franca tipicamente americana, un luogo delimitato, chiuso, sobborgo-tipo della geografia iconica, o la sfumatura psicologica del protagonista, che per una volta non è un nerd che diventa un figo perché cambia e fa sesso, ma è un figo che ha perso la condizione di nerd e se ne pente. Poi, certo, c'è la frustrazione sessuale, l'ironia vagamente omosessuale che lega i personaggi e il generale senso di frustrazione che colpisce il protagonista: ma anche questo è un tema un parecchio abusato dal cinema di Hollywood di oggi e non fa troppa notizia vedere ragazzini che preferiscono terrorizzarsi piuttosto che scopare, amici per la pelle che si azzuffano in posizioni ambigue o lolite sedicenni che sbavano per manzi di quarant'anni e finiscono per farsi violentare in una discoteca.
Vabbe', comunque da domani sono a Venezia e ci si sente da là.
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