mercoledì 23 marzo 2011
Fieramente, verso il fuori campo
Mentre stavo postando il pezzo qui sotto, ho scoperto da Repubblica che è morta Liz Taylor, forse l'ultima grande star della Hollywood classica ancora viva (la dico così, a memoria, senza andare a controllare chi c'è ancora e chi no). Non penso fosse una grande attrice e nemmeno che fosse così bella come ce l'hanno raccontata; o meglio, è stata bella, anzi bellissima da giovane, ai tempi di Minnelli e di Tennessee Williams, ma già a metà dei '60, quando girava robe indecorose come Castelli di sabbia, era già una matrona all american, più poderosa e intossicata che affascinante. Comunque era il simbolo, insieme a tanti altri, di una roba che non c'è più (e pure da un sacco di anni) ma che in qualche modo continuiamo a rimpiangere. Per cui, sì, va bene, adesso è morta anche lei e che peccato, ma in fondo quelli come lei non se ne andranno mai, saranno per sempre, per noi e immagino anche per chi ci seguirà, dei primi piani con lo sguardo fiero rivolto al fuori campo, come quello qui sopra tratto dai titoli di testa del Gigante.
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Ammetto di essere di parte, ma secondo me Liz Taylor è stata non solo bella (bellissima), ma una delle poche belle donne (non bei visini da copertina che è un'altra cosa) negli anni Cinquanta e Sessanta. E nel 1967, in Riflessi in un occhio d'oro di Huston tratto dalla McCullers, altro che matrona poco affascinante: quando sale nuda le scale è sexy come solo una vera donna matura (e non una ragazzina buona giusta per spot e tv) sa e può essere... g
RispondiEliminaOk, ammetto di non aver visto Riflessi in un occhio d'oro. Pensavo alla Liz già un po' sfatta dell'ultimo Minnelli, film davvero imbarazzante (e per questo motivo affascinante e morboso). Personalmente, ho sempre preferito i musetti carini della McLaine o della Hepburn: la Taylor mi ha sempre messo soggezione. Che poi fosse un metro sopra qualsiasi ragazzina da spot, su questo proprio non si discute.
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