lunedì 31 gennaio 2011

In fondo al cartellone

Uno degli album più piacevoli e sorprendenti della scorsa stagione - fosse anche perché prima di ascoltarli non conoscevo i due musicisti in questione - è stato Undercard degli Extra Lens. Gruppo semisconosciuto formato da due rocker non proprio giovanissimi, di cui si trovano poche tracce in rete e un solo filmato su Youtube, ma che a quanto pare vive felice della propria lontananza dal giro che conta. Forse perché un po' nel giro che conta bazzica, facendo parte della scuderia della Merge Records, ma soprattutto perché nella ritrosia dai riflettori trova la propria identità. "Undercard", non a caso, nel gergo della box significa incontro di contorno, in fondo al cartellone. E ancora non caso, sulla copertina dell'album si vede un ring vuoto, immerso nel grigiore del bianco e nero. Gli Extra Lens, che sono John Darnielle e Franklin Bruno, due figure minori del rock anni '90 che a vederli diresti facciano gli assicuratori o i muratori vestiti casual per la serata al pub, in realtà sono una forza della natura; a sentirli suonare e cantare, senza altro strumento che la chitarra, percepisci un'energia e una libertà da primo disco, una rabbia da figli con l'età dei padri con una voglia di divertirsi che supera ogni imbarazzo o limite anagrafico. Queste cose le ho pensate l'altro giorno, quando ho visto, per l'appunto, il loro unico video su Youtube, questo, e poi la foto promozionale sul sito della Merge, quella che si vede qui sopra: ho sentito ammirazione, rispetto, forse anche un po' di pena (per l'inadeguatezza di quelle facce, certo). Poi ho risentito Undercard e ho proprio pensato che è un album coi fiocchi, veloce, rapido, senza fronzoli, come ogni tanto fa bene ascoltare.

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