lunedì 11 ottobre 2010
Write About Love dei Belle & Sebastian
Oggi escono ufficialmente The Age of Adz di Sufjan Stevens, di cui ho già parlato e che a ogni ascolto ulteriore si conferma un lavoro imprendibile, esagerato e unico, e Write about Love dei Belle and Sebastian. Quest'ultimo è l'ottavo album, se ho contato bene, della band gallese, uno di quei gruppi che, magari senza troppo volerlo, hanno segnato e trasformato l'indie rock dalla metà degli anni '90 in poi, coi loro toni sussurrati, con il ricordo di Nick Drake, naturalmente, e quello ancora più immancabile di Dylan e con innesti di alienazione contemporanea. Personalmente non sono mai stato un fan e nemmeno un fine conoscitore, ma a detta dei puristi l'ispirazione del gruppo si era un po' dispersa con gli i lavori più recenti: non sembra, però, il caso di questo album, che è leggero e soffice come seta, che dichiara fin dal titolo la sua scrittura immediata e a cuore aperto, azzecando l'apertura e soprattutto un paio di ballate rock che fanno capire benissimo chi sono i Belle and Sebastian e perché sono da sempre così apprezzati. Ascoltare per capire la meravigliosa I Can See Your Future.
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putacaso l'ho ascoltato ieri per la prima volta, ma al secondo ascolto ne ero già un po' esausto, pur amando molti dei loro album precedenti. lo trovo un po' troppo pop, un po' troppo ammiccante e fiacco, anche se resta il loro marchio inconfondibile, nel sound e nello stile, nelle melodie e nei ritmi, nella pulizia di certe canzoni che sembrano quei cessi appena passati su cui potresti sederti per terra senza schifarti e giocare a scacchi col pavimento a scacchi, oppure a dama, però siccome io odio sia gli scacchi sia la dama giocherei a qualcos'altro o a fare l'amore.
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