venerdì 1 ottobre 2010
Il ritorno del grande vecchio
In questo spazio ho quasi sempre cercato di parlare di artisti nuovi e giovani, incazzandomi sovente contro la decrepita autorialità della musica e del cinema. Questa settimana, però, tra gli elogi per Peter Gabriel e l'avvio dei lavori per la costruzione di un cimitero artistico virtuale (chi muore oggi? dai, chi muore?), mi è capitato di celebrare vecchie glorie dello showbiz: la cosa continua oggi, anche se per fortuna non con un coccodrillo ma con l'elogio per un grande del passato. Perché in questi giorni Neil Young, dopo una serie di album deludenti (tipo Fork in the Road), se ne è uscito con un nuovo lavoro decisamente bello. Si chiama Le Noise, si può ascoltare qui, e devo ammettere che quando Daniel Lanois, produttore del disco, tempo fa parlava di un lavoro sorprendente, aveva ragione: non perché suoni diverso dalle cose precedenti, ma perché il vecchio Neil è tornato a fondere in maniera egregia la sana sporcizia delle sue chitarre, l'acidità della sua voce, le melodie sofferte e i suoni acustici di un artista inquieto e mai arreso. Pezzi come Peaceful Valley Boulevard, per dire, riportano alle orecchie il mood cadenzato, rabbioso e docile al tempo stesso, di uno dei migliori in assoluto. E, insomma, il fatto che oggi non si parli di un grande vecchio morto, ma di un grande vecchio tornato in forma non può che essere una buona notizia.
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