venerdì 10 settembre 2010

Venezia 67 - Presenze e ritorni - Parte II

Si diceva di figure, temi e stili che ritornano nei film visti della Mostra. In due tra i più belli, Meek's Cutoff e I'm Still Here, è l'idea della traiettoria, del percorso e della sua prosecuzione, a tracciare inaspettati paralleli. Il primo è un western atipico (non esattamente una storia che parte, prosegue e finisce), dove quasi nulla succede, se non l'unica cosa che succede nel viaggio di un gruppo di pioneri di metà '800: il cammimo alla ricerca di acqua e di una terra dove fermarsi. E' perciò la durata del percorso, l'idea di uno spazio così aperto da essere soffocante a costruire il film. Tutte le implicazioni, i dubbi, le possibili storie che potrebbero nascere e invece sono solo accennate, esistono lungo l'ampiezza di una strada infinita.
Il film potrebbe avere mille snodi (come un western di Anthony Mann), ma sceglie il nulla, sceglie il dubbio come unica forma di scommessa sul reale. E così Meek's Cutoff diventa un'opera così vuota da essere pienissima, così bianca da essere accecante, così essenziale da raccontare con razionalità il pienissimo vuoto della modernità.

Lo stesso dubbio è quello che attraversa il povero Joaquin Phoenix in I'm Still Here: il vuoto che gli si apre di fronte nel momento in cui decide di lasciare la carriera di attore e cominciare quella di cantante hip hop è lo stesso che alla fine coglie lo spettatore. Anche questo film, infatti, è a suo modo un percorso, un viaggio che, come il tragitto dei pionieri, è andato troppo avanti per tornare indietro.

L'idea di finzione crolla sul documenario, ma al tempo stesso il documentario mina alla base la finzione: non tanto per stabilire se quello chi si vede è tutto vero o tutto falso, ma per gettarci nella desolante certezza che se anche fosse tutto falso, per il povero Joaquin Phoenix, distrutto dalla sua idea di libertà, sputtanato dallo show business americano (che figura ci fanno David Letterman o Ben Stiller se non quella di sadici, moralisti figli di puttana?) è ormai troppo tardi. Non c'è più tempo per tornare indietro. Non c'è più tempo e basta, laddove il tempo e lo spazio sono infiniti.

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