Ne usciremo mai?

Sempre a proposito delle solite questioni, mi sento di dire che ci sono remake e remake, sequel e sequel. Perché se anche il nuovo Wall Street di Stone, al di là delle questioni commerciali, ha comunque le sue ragioni in una situazione che è figlia della finanza spregiudicata raccontata nel primo episodio, e pure Ellis avrà i suoi motivi per tornare al suo primo romanzo, la versione cinematografica di A-Team, mito cristallizzato di una televisione che è preistoria ma che continua a ossessionarci, mi sembra una idiozia che non riesco a rivalutare nemmeno se mi sforzo di considerarla un'idiozia consapevole e dunque poco dannosa.

Perché, invece, sono naturalmente saltati fuori quelli - i soliti - che si esaltano, che dicono "ok, è una stronzata, ma è tanto divertente", che forse rimpiangono le serata culturali all'università passate a fare la lista dei gadget anni '80 preferiti e allora fanno finta di niente, tanto è estate e nessuno ha voglia di sbattersi.

Il problema è che roba come A-Team, anche se divertente, scanzonata, cazzona, è diventata non la schiuma di Hollywood, quella roba cioè che ti devi sorbire prima di arrivare alla sostanza (e comunque meno ce n'è meglio è), ma la sostanza stessa, il luogo privilegiato per il sacrosanto product placement delle multinazionali (come anni fa era The Italian Job per la Mini Cooper) che consente poi di realizzare altre pellicole. E' il solito gatto che si morda la coda (si dice così?), certo, ma a forza di mordarsela, sta coda, l'hanno trasformato in un cibo come un altro.

PS. Nel frattempo continuo a rimanere senza occhiali, per cui non riesco a pensare e scrivo cazzate come quella qui sopra. Se li recupero, nei prossimi giorni vado a vedere About Elly (che è un bel film iraniano uscito oggi nella sale e che mi sono perso) e poi ne parlerò.