venerdì 25 giugno 2010

Di naufragi e parole

Sul numero dell'Espresso della scorsa settimana c'era un bell'articolo di Alessandro Piperno (scrittore sopravvalutato ma di ottime letture) su Saul Bellow. Tutto parte dalla pubblicazione in America di una serie di lettere che il più grande scrittore americano dal dopoguerra a oggi (se qualcuno non è d'accordo, lo legga prima di parlare) ha scritto ad amici e colleghi, come Malamud, Roth, Faulkner, Cynthia Ozick, Amis, ma poi si allarga a riflessioni sulla difficoltà di leggere i suoi romanzi e in generale sulla noia della letteratura d'autore. Piperno nota come Bellow sia sparito dalle librerie e come la sua figura sia stata imbalsamata, considerata imprescindibile ma poco conosciuta.

E questo perché, secondo lui, è uno scrittore che non dà messaggi, che scrive libri lunghissimi con storie che se le racconti impieghi un paragrafo, che segue linee di pensiero liberissime e non si ferma mai, pur mantenendo un controllo assoluto sulla parole. Un po' come fa il cinema, che anche quando è senza un filo conduttore è pur sempre compresso in due bordi orizzontali e due verticali.

Come scrive Piperno, in Herzog, il capolavoro di Bellow, "è tutta una divagazione, è tutto un naufragio". E io trovo l'immagine bellissima, convinto che se un romanzo ti dice lui come camminare o quale strada prendere o quale seguire per non perdersi, allora non vale troppo la pena leggerlo.

A proposito di naufragi, poi, mi viene sempre in mente quello che scrive Leonardo Cohen, tradotto da De Andrè, in Suzanne
... e poi quando fu sicuro / che soltanto agli annegati / fosse dato di vederlo / disse: Siate marinai finchè il mare vi libererà
Ecco, Bellow è uno scrittore che ti fa annegare nelle parole: forse per questo alla società dello spettacolo piace così poco. La questione è se esserne grati opure no. A me pare di sì, così non fa la fine di Roth o McCarthy, grandi, grandissimi scrittori con una reputazione da prima fila in libreria che alla lunga ha finito per non giovare alla loro immagine. Fortuna che la loro grandezza per ora resiste.

Nessun commento:

Posta un commento