Esattamente come per le tre ore del fluviale e monocorde Aurora, che per tutto il tempo insegue un uomo che fa cose poco chiare, che ammazza quattro persone senza che se ne capisca il motivo e poi alla fine spiega tutto. In una sequenza lunghissima e inerme come il resto del film, Puiu mette insieme la piattezza del reale con l’assurdità della follia e il contrasto, con quella macchina da presa che osserva sempre allo stesso modo, genera un’emozione sinistra e inattesa.
domenica 16 maggio 2010
Cannes 63 - Finale di partita
Esattamente come per le tre ore del fluviale e monocorde Aurora, che per tutto il tempo insegue un uomo che fa cose poco chiare, che ammazza quattro persone senza che se ne capisca il motivo e poi alla fine spiega tutto. In una sequenza lunghissima e inerme come il resto del film, Puiu mette insieme la piattezza del reale con l’assurdità della follia e il contrasto, con quella macchina da presa che osserva sempre allo stesso modo, genera un’emozione sinistra e inattesa.
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