Oggi Al Pacino compie 70 anni. Tanti. Pure per uno come lui, che fa sempre meno film e ne azzecca pochi. Oggi però non parlerò di rovine, ma di colossi. Anzi, di un colosso, del corpo di Pacino, che per la generazione nata tra i '50 e gli '70 rappresenta l'idea stessa di cinema e mito. Di un mito che però gareggia con la realtà. Perché se Bogart o Grant incarnavano l'idea di un mondo inesistente e sognato, Pacino, De Niro e Hoffman si sono compromessi con la realtà e ci hanno fatto a pugni. Per questo li ricordiamo come colossi: pesanti, sporchi, inattacabili. Come il giornalista Lowell Bergman di Insider, che nella scena finale se ne va con il passo cadenzato e dignitoso che tutti nella vita vorremmo avere e che grazie a Pacino possiamo rivivere quando vogliamo come se fosse nostro.
Insider - Dietro la verità di Michael Mann (dal 2'52'')
Sarà retorico, fascista, rozzo e americano nel senso più becero del termine, ma questo discorso (http://www.youtube.com/watch?v=jQvU9aWuqwQ), con la storia dei centimetri e del risorgere come gruppo, un po' mi emoziona sempre... g
RispondiEliminaL'avevo rimossa... grandiosa. Quando dice "la differenza tra vivere e morire" non c'entra assolutamente una mazza: ma è lì che sta il mito, la sua assoluta gratuità.
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RispondiEliminaRobo, son passato a trovarti!
RispondiEliminaE non mi sono addormentato!!!
Bello il tuo blog, ti ho linkato nel mio. Bravo, finalmente sono orgoglioso...no, orgoglioso è troppo...vagamente orgoglioso...no, anche così è esagerato...finalmente mi vergogno un po' meno di conoscerti.
Così è giusto.
Ripasserò. E' una minaccia.
Baci