Domani escono tre film decisamente interessanti: I gatti persiani di Barman Ghobadi, Perdona e dimentica di Todd Solondz (che in realtà si chiama Life During Wartime) e The Fantastic Life of Mr. Fox di Wes Anderson. Li consiglio tutti e tre, sbilanciandomi spudoratamente per il terzo, essendo Anderson uno dei miei registi preferiti.
Parlano di musica, resistenza, depressione, diversità. E hanno parecchie ragioni per essere considerati film adatti ai tempi che viviamo.
Cominciamo dai Gatti persiani.
I gatti persiani racconta la scena underground della musica indie di Teheran. Vale la pena solo per sentir parlare dei Sigur Ros ragazzi che solitamente immaginiamo ballare danze sufi o ascoltare ethno pop osceno da un tassì: un raro esempio di straniamento in tempi di piattezza dell'immaginario. Una specie di globalizzazione al contrario, dove la provincia si prende il mondo e ne fa quel che vuole. Ghobadi al tempo dei cavalli ubriachi sembrava più bravo, ma, finale a parte, il film è davvero bello: sembra la versione di quello che un regista moderatamente incazzato avrebbe potuto girare nella Downtown di Manhattan trent'anni fa, con tanti piccoli Basquiat e Patti Smith che popolano un mondo che anche qui ci immaginiamo immobile nel tempo, tra barbe alla Khamenei e narghilè alle rose.
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