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domenica 16 gennaio 2011

Che bella giornata

Ho visto pure Che bella giornata, il film di Checco Zalone (del regista non frega un tubo a nessuno e a vedere come gira, da catalogo del Centro sperimentale, si capisce perché). Fa ridere, non è che non faccia ridere, e mette pure simpatia: dopotutto uno che fa il coglione in quel modo non può stare antipatico. C'è poi la questione sociologica, naturalmente, che di fronte a certi numeri emerge da sé e allora giù con l'articolone e le spiegazioni sul perché il film abbia fatto più soldi di Avatar. Meglio a lui che a De Laurentis, non c'è dubbio. E non è nemmeno difficile capire perché, visto che bastano i primi dieci minuti di film per accorgersi che lo schema è lo stesso di Zelig, infallibile e immutabile: scene brevi, dialoghi rapidi, una spalla che predispone la battuta e Checco Zalone candido e inopportuno che arriva e spara la puttanata. Va avanti così per un’ora e mezza, e a volte funziona pure. E' stupido, certo, ma si finisce per accettarlo perché confortante. L’elemento parodistico, la fisicità goffa dell’attore, la recitazione grottesca del cast, non lasciano spazi al dubbio, non confondono tra realtà e suo ribaltamento giullaresco.