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lunedì 20 maggio 2013

Un po' di cose viste. Belle.

In questi giorni sono passati altri film belli, oltre a quei due o tre di cui ho parlato (e quello della Coppola non è propriamente bello). Sul film di Kore-Eda Soshite Chichi Ni Naru (Like Father, Like Son), che è molto bello e commovente, che chiama in causa responsabilità da padri e da figli, che grazie a un tema universale e alla delicatezza con cui lo affronta (ci sono due famiglie vittime di uno scambio di bambini, avvertite dell'errore a sei anni dalla nascita dei figli) si fa perdonare qualche pianoforte e qualche movimento di macchina di troppo, non avrei altro da aggiungere a ciò che scrive l'ottimo Federico Gironi. C'era poi Tian Zhu Ding di Jia Zhangke, film potente e costruito alla perfezione, con improvvise e inattese esplosioni di violenza che spezzano in modo sin troppo plateale il realismo della messinscena, che non so perché mi ha ricordato il neorealismo di Visconti, coreografato ed elegante. Un po' ci si è tutti stupiti, specie dopo un duplice omicidio efferato e spettacolare, ma poi ho pensato a Still Life e alla navicella spaziale che prendeva il volo all'improvviso e allora gli squarci surreali di Jia Zhangke non mi sono più sembrati così audaci. Fanno piuttosto parte di un cinema pronto a superare se stesso, cosa che non può che far bene. Tra le cose più belle, in un festival al momento non proprio esaltante, un italiano, Roberto Minervini, che tra le proiezioni speciali ha presentato Stop the Pounding Heart.