mercoledì 27 marzo 2013

Super 8

Oggi ho visto per lavoro Sinister di Scott Derrickson. Essendo un horror, c'è una casa col giardino, uno scrittore che indaga su una serie di omicidi, una famiglia in pericolo, una moglie incredula e rompiballe, una bambina tanto dolce che ovviamente tanto dolce non è e uno spirito che appare poco alla volta e finisce per prendersi tutto. Il modo in cui lo spirito compare è ciò che rende Sinister interessante (non bello o spaventoso: interessante), dal momento che arriva attraverso filmati in Super 8 di omicidi efferati, snuff movie in cui si vede una famiglia impiccata a un albero, un'altra annegata in piscina, una bruciata viva e un'ultima sminuzzata con il tosa erba. Sono però immagini inquietanti solo per il protagonista, che guarda gli snuff a bocca aperta come se non fosse abituato a una simile messinscena della morte (nel 2012...). La cosa comunque importante non è tanto l'orrore del protagonista, quanto il fatto che da tutte le scene del delitto manchi un membro della famiglia sterminata, il più piccolo, e che il mistero venga da lì: c'entra pure un demone con una maschera spaventosa, ma è solo un orpello da horror paranormale. Il mistero sta nella solita mancanza che invece è presenza, in quello che nelle immagini inizialmente non c'è e non si vede ma che a un certo punto compare, come in Blow Up ovviamente, con il Super 8 che prende forma, allarga i bordi, o meglio li approfondisce, e infrange la quarta parete. Siccome però il film sottolinea l'uso che il protagonista fa di formati e supporti più moderni del Super 8, come il miniDV, il dvd player, il time frame e pure una paio di VHS (che hanno una grana anni '80, ma stando al tempo della storia dovrebbero riferirsi a riprese televisive del 2002 - e questo la dice lunga sull'idea collettiva di passato mediatico...), Sinister è un horror che ha paura prima di tutto per se stesso, paura che il cinema venga risucchiato dal suo passato, dal formato che più di ogni altro ha forgiato la nostra idea di ricordo mediatico (idea del tutto gratuita, sia chiaro, ché da più di trent'anni è sparito dalle spiagge e dai giardini di mezzo mondo) e nel frattempo è stato surclassato da forme sempre più nitide e definite di riprese domestiche. Dunque, in Sinister il vero nemico è il Super 8, il boogieman, l'uomo nero dei racconti di paura: il protagonista lo guarda, lo brucia e lo rimonta, lo filma con la miniDV, lo riversa sul Mac, lo passa al setaccio con lo zoom e la pausa, ma quello niente, quello resiste, ritorna, si vendica, si prende la realtà e la porta con sé, al di qua della quarta parete, nel suo mondo di grana grossa ed eterni sfarfallamenti. Brutta storia, per il digitale, essere sconfitto dal nonno mingherlino e infiammabile.

2 commenti:

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