giovedì 9 febbraio 2012
Stai dritta, Zoé
Ora che Cronenberg non gira piu i suoi magnifici film sulla mutazione della carne, sulla memoria trattenuta dai corpi e sugli oggetti antropoformi: Ora che Agnès Varda e' forse troppo anziana per fare film, e comunque ha gia' lasciato il suo testamento con il magnifico Les plages d'Agnès, fa un certo effetto vedere un film come Tiens moi droite, con cui la giovane francese Zoé Chantre, una matta con una facilita' di tratto esaltante e forse fin troppa fantasia, parla della sua malattia alla testa e alla schiena, del suo rapporto con il corpo e soprattutto della relazione di quest'ultimo con il mondo circostante. Il film e' un diario privato aperto al pubblico, una dichiarazione di vita in prima persona, montato con iMovie e Garageband e ravvivato dalla stop motion di disegni in carta, dalla voce fuori campo un po' seria e un po' scema, da una costante lotta contro se stessi che non sfocia in rabbia, ma in creativita'. Leggero eppure inquietante, intimo e impudico, Tiens moi droite e' un film cybertech senza tecnologia e senza mutazione. E' la storia dell'ossessione per la propria spina dorsale da parte della regista, e' come provare a plasmare il proprio corpo ammalato contro un oggetto qualsiasi e farlo fondere. Assurdo. Ma Zoe Chantre lo fa.
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