sabato 11 febbraio 2012

Nuova, completamente nuova

Ieri primo bel film del concorso, A moi seule di Frédéric Videau, preciso e intenso racconto del ritorno a casa di un´adolescente sequestrata quando era bambina e incapace di adattarsi alla vita: tra sindrome di Stoccolma e crudezza della messinscena, Videau dipinge il ritratto di due solitudini, quella del sequestratore e della sequestrata, senza scendere nella crudezza espesperata di un film simile visto a Cannes, l´orrido Michael. A moi seule e´un film di volti e di personaggi, con due attori magnifici che spesso racchiudono in primi piani di grandi intensita il mistero dei loro sentimenti, lui le ragioni per un gesto clamoroso e non spiegato, lei lo smerrimento per una condizione esistenziale azzerata. Il film non è perfetto e forse manca dell´ambizione necessaria per essere davvero grande: ma il sentimento di libertà che celebra mi è sembrato interpretare in forma metaforica un desiderio di rinnovamento che va oltre il proprio racconto. Non è un caso che  A moi seule si concluda con le parole della protagonista che, finalmente libera di viaggiare dove vuole e senza più legami, dice a se stessa, “Nuova, completamente nuova, ora vivro così”. Vale per lei, e pure per quel mondo che il cinema ogni tanto cerca ancora di raccontare.

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