sabato 26 marzo 2011
Under Pressure
A volte un film non particolarmente bello, di quelli che guardi così, come se avessi solo l'occhio sinistro, si salva per una sequenza, una sola, di quelle che vengono bene, che ti accorgi che nemmeno il regista sa come ha fatto a girare, perché tutto il resto è normale, con delle idee carine ma un po' abusate, con un genere come la commedia adolescenziale non proprio portato alle novità e il solito e gentile miscuglio di ironia e malinconia, bildungsroman e cultura popolare, Bob Dylan e i Vampire Weekend (siamo pur sempre nei Duemila), qualche citazione cinefila e pure qualche strappo irrealistico, ché tanto quelli vanno per la maggiore e anche il pubblico tordacchione li capisce. Però ieri guardando questo film, che non ho idea se arriverà mai in Italia, a un certo punto un adolescente depresso con manie suicide si immagina di poter finalmente diventare bello, sicuro di sé, glam, fico da morire. E con lui tutti i pazienti del reparto psichiatrico in cui è ricoverato. Il film passa come l'acqua, ma se avessi un figlio adolescente glielo farei vedere. E la canzone che fa nascere la scena, questa, è l'unica che mi sia mai piaciuta del repertorio dei Queen, l'unica in cui percepisco che sì, Freddy Mercury era anche lui una specie di genio. E poi, sì, ok, c'è David Bowie, ma li siamo davvero su un altro pianeta. Comunque il film si intitola It's Kind of Funny Story e la scena che me l'ha fatto salvare è questa.
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