lunedì 14 febbraio 2011
La grotta di Chauvet
Oggi pochissimo tempo per scrivere. Per cui una sola cosa sul film di Herzog, The Cave of Forgotten Dreams: il posto che film, la grotta di Chauvet, nella regione francese dell'Ardesh, e' un posto pazzesco, un buco nella roccia che e' una specie di porta verso il passato perduto dell'umanita'. Alle sue pareti intagliate di stalattiti ci sono dipinti rupestri di bellezza straordinaria, chiari e semplici come l'abbozzo di un quadro moderno, di precisione e sensibilita' incredibili, come se gli uomini preistorici che li hanno dipinti fossero degli artisti veri. Forse lo erano. Herzog usa il 3D, magari ci si diverte pure, ma la vera tridimensionalita' e' quella dei quadri e delle rocce dipinte, cose' sinuose e lisce e lineari che solo a percorrerle con lo sguardo ci si perde nei solchi della storia, del tempo e dello spazio. Il film e' un lavoro su commissione finanziato da History Channel, ma non appena Herzog si toglie di dosso il peso dei soldi altrui fa come sempre grandi cose. Si perde e guarda mentre percorre il suo viaggio di perdizione e scoperta.
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