giovedì 10 febbraio 2011

La citazione, certo, la citazione

Non ho molto tempo per scrivere a proposito di True Grit dei Coen. L'ho visto solo pochi minuti fa – e di buona norma non si dovrebbe scrivere cosí a ridosso di un film. Ma posso scrivere solo ora, per cui mi soffermo sulle due cose che più mi hanno colpito del film. L'inizio, come prima cosa, che riprende in modo evidente quello di Fargo, e quindi imposta il film su un'opzione di rifacimento, come tessitura su un corpo giá vivo: trattandosi di un remake é scontato, ma i Coen questa volta non lavorano su un fatto reale, bensí su un'opera di finzione, su un film, dunque un corpo già morto, e per di piú, essendo Il Grinta di John Wayne del 1969, un western crepuscolare. Per questo – e vengo alla seconda cosa che mi ha colpito – quando arriva la citazione, perché tanto si sa che arriva, la senti come un dialogo privato, qualcosa che sta tra i registi e il genere con cui hanno a che fare, ma anche tra te e il cinema stesso. Il riferimento è al western piú famoso di tutti, Sentieri selvaggi, e all'immagine piú famosa di tutte del film, quella di John Wayne incorniciato da una porta scura, con l'orizzonte alle spalle: non dico come ci si arriva a vedere quell'inquadratura-feticcio almeno tre volte, ma in ogni situazione c'è che qualcosa o qualcuno che la mette in discussione, che la violenta e la disarma.

È vero che i Coen sono troppo furbi, e che ogni volta ci tengono a farlo notare. Ma se fino a dieci anni fa la loro intelligenza la sbattevano in faccia allo spettatore, ora sono cresciuti e di volta in volta indossano nuovi vestiti sotto le spoglie di sempre. Se di fronte al western non hanno resistito alla tentazione di dialogare con John Ford, non è detto che solo per questo il loro approccio al western sia postmoderno o sbruffone: ha anche a che fare con la nostra idea di cinema popolare e classico e con la memoria che ne abbiamo. Ché uno ha un bel dire che vorrebbe le cose nuove, ma poi non si fa altro che cercare la conferma di quello che si sa già o, meglio ancora, di quello che si vede da sempre.

1 commento:

  1. Da tempo non mi capitava di aspettare un film come in questo caso: ora che mi dici pure di una citazione di quella che rimane, ovviamente a mio modestissimo parere, una delle più belle (per pregnanza, oltre che per pura costruzione formale) inquadrature della storia del cinema, l'attesa si fa ancora più snervante...

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