martedì 23 novembre 2010

La macchina degli applausi - Parte II

A conferma di quello che avevo scritto qui sulla trasmissione di Fazio e Saviano, non perché sia un figo ma perché la tv italiana è ormai attraversata da un morbo insanabile, la performance di Corrado Guzzanti di ieri sera era praticamente impossibile da seguire per via degli applausi al termine di ogni battuta, con il pubblico che dopo un po' non ne poteva più di spellarsi le mani (e allora ai passaggi meno convincenti buttava lì un timido scroscio, salvo poi fare la standing ovation finale) e Guzzanti che ogni volta alzava gli occhi e faceva la pausetta, un po' chiedendo il riscontro, un po' sperando di poter andare avanti. Il risultato è che una serie piuttosto lunga di battute non sempre azzeccate (hai voglia ad azzeccarci sempre, se ne scrivi così tante) è diventata ancora più lunga per via di tutti quegli incalcolabili applausi forzati eppure richiesti. Perché poi io mi chiedo se lì davanti, dove non possiamo vederlo, c'è il tipo che lo lancia, l'applauso, oppure se c'è lo schermo che si illumina come nei film americani o ancora, peggio, se la piaga dell'applauso è ormai così estesa che il pubblico televisivo non ha nemmeno bisogno di essere istruito. Ora, se non altro, ho capito qual è la mia battaglia (e della persona che mi ha segnalato la cosa) per l'anno nuovo.

1 commento:

  1. Ho proprio pensato al tuo post precedente mentre lo guardavo. E ho anche ripensato a quel che ho scritto in risposta l'altro giorno su Benigni. Io adoro Corrado Guzzanti, l'ho sempre trovato il migliore dei tre, e anche di più. Ieri sera però, anche se controbilanciate da alcune trovate davvero geniali, obiettivamente alcune non erano fantastiche (davvero un po' stantie quella sui cervelli all'estero e Gasparri, così come quella su Bondi e il quadro di Fontana...)... niente di male, la mia non vuole essere una critica a Guzzanti. Però effettivamente questo scroscio di applausi spalmato sempre, garantito, dovuto come la monetina a quella che lava i cessi all'autogrill... e allora perché non gli applausi registrati, a questo punto? E' un po' avvilente per lo stesso comico, uscire sul palcoscenico e sapere di avere un pacchetto di applausi uniformemente garantito in base puramente a ciò che egli rappresenta. Giusto per dare il ritmo alla performance, per ovviare al silenzio degli spazi bianchi. E ovviamente, ma questa è una mia impressione (o fissa), si facevano più vigorosi a seconda del tema, più che della qualità della battuta.

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