martedì 13 luglio 2010

Graphic Splendor

Oggi è morto all'età di 70 anni Harvey Pekar, l'inventore di American Splendor, una serie a fumetti autobiografica in cui l'autore gettava tutta la sua frustrazione e la sua ironia. Non sono mai stato un fan delle graphic novel, ma dopo aver visto anni fa la versione cinematografica della serie, con Paul Giamatti nella parte di Pekar, mi ero innamorato dei suoi racconti minimalisti e incazzati. Mi ero anche detto che sarebbe stato bello scoprire nuove graphic novel o striscie meritevoli, ma l'intento è rimasto sulla carta (a parte la lettura del meraviglioso Fun Home di Alison Bedchel). E siccome in questi giorni è uscito Stitches di David Small, che pare essere molto bella, torno a chidermi: la graphic novel vale un romanzo? Oppure, per il semplice fatto che è scritta con una forma meno comune delle parole, inaspettata, dislocata, siamo portati a considerarla migliore di quanto sia?

7 commenti:

  1. Si tratta veramente di un'annosa e forse inutile questione, ma sono fermamente convinto che Will Eisner sia uno dei più grandi scrittori del Novecento americano e che nessuno negli ultimi trent'anni abbia creato in letteratura qualcosa di paragonabile a Pentothal, Zanardi o Pompeo di Andrea Pazienza...

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  2. Onestamente e forse banalmente, non capisco la domanda. E' come chiedersi se un cartone animato vale un film, così, a livello generale. A me sembra scontato che dipenda dalla qualità della singola opera e, soprattutto, da come l'opera sa sfruttare i mezzi offertigli dalla forma d'arte a cui appartiene.

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  3. La domanda nasce dal fatto che quel tipo di opera viene chiamata graphic novel: e quindi il rapporto con il romanzo viene naturale. E poi è una pratica comune paragonare Will Einsner ai grandi scrittori americani del XX secolo, mentre non è usuale paragonare Lynch a De Lillo. Piuttosto si dice che Lynch e De Lillo sono arrivati alle stesse conclusioni sulla società contemporanea, ma le loro opera non sono messe sullo stesso piano. La cosa cambierebbe nel caso il cinema venisse chiamato "romanzo filmato" (ma qui si aprirebbe un dibattito un tantino più ampio)

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  4. Del resto c'è chi ha detto (e mi trova d'accordo) che il grande romanzo americano del Novecento non è un libro, ma un film. Nella fattispecie, Apocalypse Now...

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  5. sì, ma resta il fatto che la graphic novel non è letteratura, perché, appunto, non si usano solo le parole...
    altrimenti anche il teatro sarebbe letteratura, ecc.
    sono media che si incrociano, si contaminano, ma ognuno mantiene la sua autonomia (come un testo musicale di una canzone non è una poesia senza le note, la sceneggiatura non è il romanzo del film, pasolini docet, ecc)...
    detto questo, le domande vanno sempre rispettate, perché generative di senso, dubbi, interrogativi, appunto. per cui, se la cosa ci spinge a discutere, ben venga una discussione su romanzo e grafic novel.
    personalmente, non ho mai fatto classifiche di media, ma sempre sentito più vicini alle mie corde - a seconda dei periodi della mia vita - certi media ad altri.
    devo dire che conosco poco la graphic novel. alcune cose mi sono piaciute, come persepolis o maus, le cose (dico cose perché non so bene come chiamarle...) di Gipi sono molto belle, eccetera. il "romanzo illustrato" di Gipi ha un'intensità ibrida, tra cinema e romanzo, fascinazione e ri-flessione, per cui cosa potrei dire, che è qualcosa a metà, né carne né pesce? ma una torta salata di verdure non è una cosa a metà, è qualcosa di diverso e basta, per quanto sia masticabile come la carne e il pesce. tutto questo per dire:
    MANA, MA COME FAI AD APRIRE CERTI DIBATTITI CON 40°C??? non sarebbe meglio parle di fighe, ombrelloni e feste al billionaire come il tg1?
    senza dimenticare i rimedi contro le zanzare, e soprattuto l'imperdibile raccomandazione che dimostra che non esistono leggi bavaglio, ma che l'informazione è veramente al servizio der cittadino: QUANDO C'E IL SOLE E FA MOLTO CALDO, rivelazione: E' MEGLIO RESTARE ALL'OMBRA!

    si potrebbe scrivere una gra(n)fic(a) novel anti-tigiuno sul mare, la spiaggia, e cinque o sei dissertatori che parlano di graphic novel, del ruolo della graphic novel nella società italiana, del ruolo della crema da sole nei confronti della tintarella di luna, del ruolo della pornografia tra i bacchettoni, del ruolo dei ruoli quando si gioca a biglie sulla sabbia (chi mette il culo per fare la pista?), del ruolo....

    Alvaro Rissa

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  6. ah, cmq American splendor l'avevo visto al cinema giovani quando ancora non si chiamava tff e tu ancora ti annoiavi in mezzo ai tuoi compagni di corso debosciati, e mi era piaciuto moltissimo. non il fatto che tu ti annoiassi ecc, intendevo American splendor.

    Giannoiato Sullavoro
    via del Caldo 20
    Palazzaccio Nuovo
    Torino

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  7. Ehm... solo per precisare. American Splendor venne proiettato a Torino nel 2003, quanto Cinema Giovani si chiamava già Torino Film Festival e quando il sottoscritto non si annoiava più tra i compagni di corso debosciati, ma già lavorava al TFF.

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