venerdì 23 marzo 2012

"Finocchi!"

Voglio dire, sei un regista, anche famoso, per qualcuno anche bravo, sicuramente serio e coerente; che piaccia o no hai un tuo immaginario, un'idea del mondo dove tutti gli adulti ballano idealmente al ritmo languido di una canzone sudamericana, come professionisti su una spiaggia dei tropici o (ricordi?) a Marzamemi, dove quasi ogni uomo è omosessuale, ogni travestito un visionario e ogni donna che non sia la protagonista o la Buy una simpatica zoccola; ti piacciono i fantasmi e le scene malinconiche in cui ieri è oggi e oggi è ieri, se c'è un bambino, chissà poi perché, è sempre grasso e un po' scemo, se c'è un turco è più saggio degli altri, se c'è un vicino di casa è carino e ritroso, se c'è Roma è sempre tardo pomeriggio, se c'è il mondo là fuori è sempre arancione e degno di essere vissuto, nonostante tutto, nonostante i tuoi personaggi siano sempre degli sfigati incompresi. E' il tuo mondo, va bene, non è che uno se la può prendere solo perché non lo condivide. Va anche bene se hai gusti musicali da salottino d'albergo, o da vip lounge per passeggeri da economy traghettati in business. Come a tutti, poi, a volte le cose ti vengono bene, a volte un po' meno bene. Va bene tutto, insomma. O meglio, quasi tutto. Perché quello che proprio non va bene - ma come si fa, dico io, come si fa? - è far dire "finocchi" a un personaggio che prende in mano un finocchio dopo aver assistito all'umiliazione di un omosessuale da parte del suo amante, o far uscir di scena un travestito con la frase "Ho sempre confidato nella gentilezza degli sconosciuti", come se Almodovar non fosse mai esistito, ché si capisce dopo mezzo movimento di macchina che vorresti trovare pure tu quell'estasi gay per lui così naturale, o ancora - Gesù misericordioso - far navigare i tuoi personaggi su un motore di ricerca creato appositamente per il film, per evitare grane con Google, certo, ma a chi la si dà a bere, oggi, con quelle lenzuolate di testo, con quella grafica sciatta che nessuno usa più, con quelle voci che sono come Wikipedia, ma non sono Wikipedia? Giusto per fare un po' i saputelli, bastava creare una finta pagina con le biografie delle magnifiche presenze e cancellarla una volta girata la scena. Comunque non so, sarà che uno quando si annoia sta a notare i particolari, sarà che uno forse non dovrebbe andare a vedere i film di un regista che non ama, che forse farebbe prima a spegnere il computer e non spendere parole su un blog che in teoria, per scelta personale, non dovrebbe comprendere stroncature, ma questa sciatteria di fondo proprio non la capisco, vanifica quel poco di buon che c'è nei film venuti male, ridimesiona di brutto quelli venuti meglio, apre spiragli di luce sul tuo mondo e lo fa apparire per quello che rischia tremendamente di essere, nonostante il successo, la serietà, la coerenza, l'innegabile passione: solo apparenza e languore, laddove vorrebbe essere commosso, ispirato, orgogliosamente gay, naturalmente cosmopolita, amante del mondo e dei suoi magnifici misteri.

2 commenti:

  1. No dai, Ozpetek serio e coerente no...

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  2. Coerente con le sue menate, sì. E serio, dai, un po' lo siamo tutti.

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