domenica 6 novembre 2011

Il 3D è una puttanata

Con qualche giorno di ritardo venerdì scorso ho visto Tintin. Lo davano in un cinema un po' del cavolo, senza 3D, e prima di entrare mi sono detto checcacchio, se l'hanno pensato per il 3D sarebbe meglio verderlo in 3D: ma pazienza, non potevo fare diversamente. Ed è stata una fortuna. Perché se qualcosa ho apprezzato della versione senza 3D di Tintin è proprio il modo con cui Spielberg riesce a dare l'idea della profondità, dell'altezza, della discesa, dello spazio che vive anche senza il 3D. E lo fa con gli elementi interni alle immagini, con il cinema più semplicemente, senza ricorrere a distorsioni della percezione che faranno anche parte della storia di questa arte, ma di cui per anni si è fatto a meno, trovando altre strade per dare l'idea di totalità spaziale. Non ho mai amato Spielberg, ma penso che anche nei suoi film meno riusciti o più trascurabili come questo (trascurabile se hai 30 anni, ma mio figlio ce lo porterei al volo, ché si diverterebbe un sacco) ci sia sempre qualcosa per cui valga la pena stare in sala. Qui il momento arriva quando Tintin e il capitano Haddock arrivano nel paese marocchino in riva al mare: una rupe, una città a picco, rocce imponenti, case colorate, una diga. Cosa c'entra la diga? mi sono chiesto quando l'ho vista. Poco dopo ho capito: una diga solitamente sta in un film per rompersi o per buttare giù acqua a vagonate. Qui succede quando Tintin e Haddock fuggono verso il mare, in discesa, volando sulle strade ripidisse, mentre lungo il canale centrale un imponente torrente d'acqua scende a velocità vertiginosa. Il movimento dell'acqua, la linea verticale che corre nelle inquadrature mentre l'azione è concentrata sulla fuga di Tintin serve a dare profondità alla scena, a darle movimento, a creare un'idea di spazio che si adatta all'inquadratura e interpreta fisicamente una realtà immaginaria. Questa cosa bellissima è ottenuta senza 3D (al massimo col 3D è intensificata), ma con un procedimento tipico, ad esempio, della pittura, che non potendosi servire della tridimensionalità pensa lo spazio in modo soggettivo e geometrico. Ha più o meno cominciato Cézanne, con gli alberi, le case, le strade dei suoi paesaggi a costruire concretamente la loro impressione, e poi si è arrivato al cubismo e a tutto quello per cui l'arte tra '800 e '900 è una delle cose più stupefacenti che l'umanità abbia mai creato. Con questo non voglio dire che Tintin sia un film cubista, come farebbero su Filmcritica: ma che il 3D è inutile e in generale una puttatanata, sì.

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