lunedì 4 luglio 2011

Esperienza

A proposito di memorie personali, ricordi di esperienze estetiche e dunque emotive, nostalgie di tempi mai esistiti e costruiti dai media e dalla loro fruizione collettiva - argomenti che mi interessano parecchio e di cui ultimamente ho parlato qui a proposito di un film trascurabile ma indicativo dei tempi che viviamo - oggi ho letto sul sito del New Yorker un bell'articolo in cui il critico teatrale Hilton Als ricorda la prima volta in cui vide Via col vento al cinema, a 75 anni dall'uscita del libro (il film sarebbe invece arrivato tre anni dopo, nel '39). Ecco, ad esempio, come racconta l'inizio della proiezione e cosa pensava Als, allora bambino di Brooklyn (sembra un l'incipit di un libro di Roth, e forse è per questo che mi è piaciuto):
The curtain rose, the music swelled. The camera tracked toward a beautiful, dark-haired white woman as she said “War, war, war,” while dressed in a green dress with a full skirt. The world was prettier up there on the screen than the world we’d eventually have to return to; I didn’t want the movie to end: the Civil War was the least of my problems.

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