domenica 8 maggio 2011

Fast & Gloomy

A me sta cosa per cui Fast & Furious 5 è il film più fico del momento fa un po' incazzare. Non perché ce l'abbia particolarmente con prodotti come Fast & Furious 5, o perché non mi piaccia il cinema muscolare (non mi piace, in effetti, ma come a un altro potrebbe non piacere un film di Rohmer), ma perché la gente che scrive quanto sia fico considerare fico una roba commerciale come Fast and Furious 5, per quanto si creda giovane e fica, dimostra di vivere il cinema con un profondo senso di malinconia, come se roba commerciale e muscolare, svaccata ma tosta, come Fast & Furious 5 fosse l'esempio di qualcosa che non c'è più, di una mancanza di tono, di forza e di rabbia che il cinema ha perso chissà dove e chissà quando. Film come Fast & Furious 5 se ne fanno da almeno trent'anni, più o meno da quando esistono Schwarzenegger e Stallone, senza dubbio nel frattempo c'è stata un'evoluzione ma in generale ciascun blockbuster tutto forza e velocità non ha fatto altro che affermare ogni volta la stessa cosa, e cioè che il cinema d'azione funziona da catartico avvicinamento alla morte e da sfogo per l'energia in eccesso che ciascuno di noi accumula. Da un lato, quindi, una funzione nobile ma decisamente usarata e dall'altro uno sfogo facile da attuare, non troppo impegnativo, che svela istinti inaspettati (andatevi a leggere certe recensioni e troverete aggettivi come "massiccio" e "tesissimo" e sostantivi come "pesantezza" e "testosterone" spalmati ovunque) e ripete la solfa per cui il cinema forzuto sarebbe più onesto di quello meditativo. Ma chi ha ancora bisogno di questa roba, anno dopo anno, decennio dopo decennio? Davvero siamo ancora fermi al cinema come morte al lavoro o alla postmodernità come somma di cultura del fumetto + passione per i videogame + ebbrezza delle botte a quindici anni? Gli anni passano per tutti, ma non per certi comodi stereotipi della cultura di massa.

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